(Adnkronos) –
“Vedo intorno a me molti scienziati attoniti e industrie costernate per lo stop deciso alla missione su Marte ExoMars” e siccome “la prossima finestra di lancio verso il pianeta rosso è a novembre 2024, poi c’è quella di dicembre 2026, non vorrei che ce lo sognamo di far partire la missione visto che il Dg dell’Esa, Josef Aschbacher ha detto che per sostituire tutte le parti realizzate dai russi ci vogliono tre anni di lavoro”. A parlarne con l’Adnkronos è l’astrofisica Patrizia Caraveo, dirigente di ricerca all’I
asf-Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell’Inaf di Milano che ha inoltre diretto dal 2011 al 2017. Commentando lo stop annunciato dall’Esa alla seconda missione ExoMars di esplorazione di Marte in cui l’Europa ha lavorato in cooperazione con l’agenzia spaziale russa Roscosmos, Caraveo sottolinea: “Voglio chiarire che sono sensibilissima alla tragedia che sta vivendo l’Ucraina, conosco molti scienziati ucraini” ma “non credo che fermare le missioni spaziali europee sia di aiuto alla comunità scientifica ucraina, anzi molti di loro perdono entrate”. “Di certo sono degli statement politici e di principio ma che non sono di nessuno aiuto agli scienziati in Ucraina ma anzi fanno molto male alla nostra comunità scientifica” scandisce Caraveo. “Non solo ci vorrà tanto tempo ma anche tanti soldi per andare da soli come Europa in questa missione ExoMars” afferma ancora l’astrofisca.
Caraveo, che ha collaborato a diverse missioni spaziali internazionali e che è attualmente è coinvolta nella missione europea Integral, nella missione italiana Agile e nelle missioni Nasa Swift e Fermi, tutte in orbita e pienamente operative, sottolinea che “del resto l’astronauta americano della Nasa il prossimo 30 marzo rientra a Terra dalla Stazione Spaziale Internazionale con una Soyz russa mentre invece l’Europa non lancia più la missione ExoMars”. “Tutto questo a me ‘sembra difficile’ da capire: è una specie di Giano Bifronte. E ribadisco: finché noi compriamo il gas dalla Russia non possiamo fermare la scienza” scandisce ancora la scienziata italiana . “Tra l’altro questa missione su Marte era una ‘figlia’, tra gli altri, di mio marito Nanni Bignami (astrofisico ed ex presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana scomparso a maggio del 2017), dell’astrofisica italiana Simonetta di Pippo (attuale Direttore dell’Unoos-Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico ndr.) che aveva lavorato ad un gruppo di lavoro e studiato le possibili missioni di esplorazione di Marte, e figlia anche di un altro ex presidente dell’Asi, Sergio De Julio, in carica dal 1996 al 2001”. “Insomma si tratta di capitoli aperti dalla scienza da oltre 20 anni” afferma Caraveo che è stata insignita anche del Premio “Enrico Fermi” 2021 della Società Italiana di Fisica e, tra le altre cariche, è membro del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica. (Andreana d’Aquino)