(Adnkronos) – “Sono rimasti circa 400 italiani in Ucraina”. Lo ha fatto sapere l’ambasciatore italiano Pier Francesco Zazo, collegato da Leopoli con ‘Che tempo che fa’ su Rai 3, aggiungendo che “inizialmente ce n’erano circa 2mila”. Zazo ha sottolineato “un aspetto molto interessante: molti degli italiani rimasti vogliono rimanere in Ucraina, perché la loro vita l’hanno fatta qui, e qui hanno moglie e figli”.
“Poi purtroppo – ha aggiunto l’ambasciatore – ci sono anche alcune persone che sono rimaste intrappolate e hanno difficoltà a lasciare il Paese. Per noi questo è un grande problema. Stiamo cercando di fare il nostro meglio”.
L’AMBASCIATA ITALIANA IN UCRAINA – “Il fatto che l’ambasciata italiana sia ancora presente in territorio ucraino rappresenta un aspetto molto importante, apprezzato sia dal governo ucraino, che lo considera un gesto di solidarietà e vicinanza in un momento così difficile della loro storia, ma forse anche un sostegno psicologico per gli italiani che sono ancora qui, sanno che c’è ancora l’ambasciata funzionante a Leopoli”. Ad aver mantenuto l’ambasciata in territorio ucraino “tra i grandi Paesi del G7 ci sono solo l’Italia e la Francia. La maggioranza degli altri grandi Paesi sono in Polonia”, ha precisato Zazo, dicendosi “molto grato al governo italiano che mi ha immediatamente chiesto di ritornare in Ucraina”.
“La vita tutto sommato è ancora abbastanza tranquilla, quasi normale, con la maggior parte dei ristoranti che sono ancora aperti”. “I bombardamenti grazie a Dio non sono arrivati a Leopoli, ma alla base di Yavoriv che è a 45 chilometri. Io dormivo e non mi sono svegliato, mentre alcuni miei collaboratori hanno sentito le esplosioni”, ha detto l’ambasciatore parlando dell’attacco della scorsa notte. “Speriamo che l’escalation militare non arrivi anche qui Leopoli, dove abbiamo 200mila rifugiati”, ha aggiunto Zazo.
NEGOZIATI – “Io lo spero, perché purtroppo gli sforzi negoziali avviati da Israele e dalla Turchia non hanno sortito gli effetti attesi” dice, rispondendo a una domanda sull’importanza o meno dell’incontro tra Cina e Stati Uniti a Roma.
“Il negoziato tra russi e ucraini è asimmetrico. Zelensky ha dato la sua disponibilità a cedere su Donbass e Crimea e probabilmente cederà anche, qualora i russi dovessero conquistare Mariupol, all’ipotesi che la Russia realizzi questo obiettivo di collegare la Crimea al Donbass. L’Ucraina è anche pronta a fare anche concessioni sulla neutralità, ma il vero problema è rappresentato dalla smilitarizzazione, poiché purtroppo c’è una mancanza di fiducia degli ucraini, poiché sanno che da parte russa non c’è stata finora una proposta di cessate il fuoco o anche un ritiro parziale delle truppe”, ha spiegato Zazo, aggiungendo che gli ucraini “lo considerano più che un negoziato, un ultimatum, una resa incondizionata”.