Armi, armi, armi. Lo ha ripetuto tre volte il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba intervenuto al Consiglio Atlantico. L’Ucraina ha bisogno di carrarmati, missili e munizioni per rallentare l’invasione russa. E, soprattutto, per evitare che si ripetano gli orrori visti a Bucha. Indizi di sevizie subite dai civili sono già emersi in altre città: l’Ucraina ora non più attendere.
Lo ha ribadito Dmytro Kuleba, che ha avanzato le sue richieste al Consiglio Atlantico oltre alle armi: “L’embargo al petrolio e al gas russo, la piena disconnessione da swift, i porti chiusi“. Sanzioni ancora non attivate dai pasi Nato, se non in minima parte.
Il ministro degli Esteri russo ha attaccato la posizione della Germania: ” Chi dice vi do armi difensive ma non offensive è un ipocrita”. E ha aggiunto: “Spero che non si arrivi a una situazione in cui servono altri shock come Bucha per imporre nuove sanzioni”. La risposta della Nato, arrivata tramite le parole del segretario generale Jens Stoltenberg, non si è fatta attendere: “Gli alleati vi hanno sostenuto e vi hanno dati mezzi di diverso tipo per difendervi. Ma ora serve fornire aiuto ulteriore e sono sicuro che i leader decideranno di consegnare all’Ucraina sistemi anti-aerei, anti carro, ma anche armi più pesanti”.
Intanto il sindaco di Irpin, dopo la liberazione della città, ha reso noti nuovi orrori simili a quelli visti a Bucha: “Dopo la liberazione di Irpin abbiamo dovuto raccogliere i resti con le pale. Gli occupanti hanno iniziato a dividere le famiglie, portare via uomini e lasciare bambini e donne. Gli uomini sono stati portati via in cambio di prigionieri”, ha concluso.