Poco fa sul sito del noto quotidiano tedesco Bild, è apparsa la notizia secondo cui, domenica scorsa alcuni agenti dei servizi segreti di Kiev, avrebbero tentato di uccidere il presidente russo, Vladiir Putin, attraverso un ‘drone kamikaze’. Un’operazione sofisticatissima taciuta dalle autorità russe, forse per non favorire il diffondersi di un’eventuale ‘vulnerabilità’ del numero uno del Cremlino.
Nello specifico, scrive la Bild, il drone impiegato per la ‘mission impossible’, sarebbe il ‘Uj-200’, capace di essere manovrato fino a ben 800 km di distanza. Domenica gli 007 ucraini avrebbero tele-guidato l’apparecchio fino a sorvolare un parco industriale nei pressi di Mosca, in una località a circa 500 km dal confine. Questo perché, come confermato via Twitter dal noto attivista ucraino, Yuriy Romanenk, l’intelligence ucraina era a conoscenza di una visita che lo Zar aveva programmato al parco industriale di Rudnevo.
A conferma della fallita operazione degli ucraini, il fatto che diversi media russi hanno riportato che proprio nelle stesse ore, un drone ucraino è stato visto schiantarsi vicino al villaggio di Voroskovo, distante circa ad 20 km dal parco industriale di Rudnevo. Tra l’altro, proprio domenica mattina, un giornalista ‘di casa’ al Cremlino, Pavel Zarubin, aveva annunciato che Putin doveva recarsi in visita ad un parco industriale nei pressi di Mosca. Il giornalista non aveva però detto se la visita era stata programmata per domenica o lunedì e, parlando con i media, Peskov, portavoce del Cremlino, aveva assicurato che il presidente non aveva in programma alcun evento per il giono dopo, lunedì. Insomma, si tratta di informazioni altamente riservate che l’intelligence di Kiev ha potuto avere solamente grazie alle ‘confidenze’ di qualcuno interno al Cremlino e ben informato…
Max