A svegliarli le bombe. Da un giorno all’altra l’Ucraina si è trovata in guerra, con gli aerei sulla testa. Allo stesso modo è stato un brusco risveglio per De Zerbi, allenatore italiano ora tecnico dello Shakthar Donetsk. Che, ai microfoni di Sky Sport, ha raccontato la sua esperienza nel paese invaso: “Siamo tutti in hotel, non ho tanto tempo perché devo parlare con i giocatori brasiliani. La situazione è precipitata da questa mattina, fino a ieri sera il campionato si sarebbe dovuto giocare ma così non è stato”.
“Stamattina ci siamo svegliati in malo modo da colpi ed esplosioni. Stiamo bene, ma la situazione è tesa. Siamo preoccupati e stiamo cercando di avere contatti con le ambasciate per capire il da farsi – ha detto l’allenatore – L’ambasciata ci sta dando grande supporto e vicinanza – spiega – Non è nostra intenzione farei gli eroi, noi qui vogliamo fare il nostro lavoro, quello del calcio. Ma all’interno della squadra ci sono già giocatori che hanno vissuto situazioni del genere. La situazione ora è cambiata, non serve più che siamo qui, il campionato è sospeso e stiamo cercando il modo di andare via”.
L’ex Sassuolo ha raccontato ancora: “Non ho paura, le preoccupazioni sono tante – aggiunge -. Penso alla mia famiglia che è a casa e quelle dei miei giocatori che sono tutte scosse, questa cosa mi infastidisce. Devo tutelarli, proteggerli e faccio fatica pure io a dire quello che devono fare”.
“Non faccio il politico, non voglio farlo, il mio mondo è quello del calcio. Questa è la mia vita. Altre cose le guardo da semplice cittadino, non da allenatore”, conclude.