(Adnkronos) – Il conflitto Russia-Ucraina potrebbe coinvolgere l’Artico? “Non ci sono precedenti di migrazioni e rimbalzi in quella Regione di guerre combattute nel mondo. La domanda piuttosto è se questo punto cambierà a causa dell’Ucraina e dell’interruzione della collaborazione con la Russia”. Così risponde all’Adnkronos Malte Humpert, fondatore del The Arctic Institute, think tank internazionale con sede a Washington Dc, considerato uno dei ‘pensatoi’ geopolitici più autorevoli ed influenti degli Usa. “La cooperazione nell’Artico è da sempre stata eccellente anche con la Russia. Non c’è una risposta chiara adesso. Lo dirà il tempo. Ma senz’altro – precisa l’esperto – posso dire che c’è più attività militare nell’Artico da entrambe le parti: la Russia ha potenziato le basi militari e negli ultimi anni sono aumentate le manovre della Nato nella regione”.
Secondo Humpert, “il conflitto in Ucraina non migrerà nell’Artico ma una Russia più bellicosa ed aggressiva, di cui l’Ucraina è l’indicazione, renderà ovviamente molto più difficile la cooperazione in quell’area del globo. E da una minore cooperazione deriva un più grande potenziale di rischio di conflitto tra Occidente e Russia”, rimarca. Si tratta di uno scenario fortemente influenzato anche “dall’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato. Partecipazione che probabilmente contribuirà a ridurre ulteriormente la cooperazione rimanente tra gli altri stati artici e la Russia poiché a questo punto – spiega – tutti gli stati artici sarebbero nell’Alleanza atlantica”. Con che ripercussioni? “Probabilmente più esercitazioni della Nato anche vicino al confine terrestre artico della Russia con la Finlandia”.
“Almeno a breve e medio termine – prosegue l’analista geopolitico – la posizione della Russia nell’Artico potrebbe inoltre indebolirsi a causa della guerra con l’Ucraina se, ad esempio, le sanzioni occidentali prenderanno di mira i progetti economici dell’Artico russo nel settore petrolio e gas. La rotta artica sponsorizzata dalla Russia viene utilizzata per esportare gas e petrolio, e sempre più in Europa. Se l’Europa dovesse fermare questo tipo di importazioni di gas e petrolio dall’Artico russo – osserva Humpert – le compagnie energetiche russe probabilmente spediranno più petrolio e gas dall’Artico all’Asia, in particolare alla Cina”.
(di Roberta Lanzara)