(Adnkronos) –
Giulia Schiff, l’ex sergente allieva ufficiale dell’Aeronautica militare che dopo l’aggressione russa volò a Kiev per arruolarsi e in seguito smise di combattere per stare vicino al compagno ferito e dedicarsi insieme a lui ad una organizzazione per gli aiuti umanitari, è pronta a tornare in prima linea come pilota di droni. “Sto facendo formazione per pilotare droni più importanti- spiega all’Adnkronos la stessa Schiff che si è trasferita in Ucraina – Il nuovo team è quasi operativo”.
L’ex sergente allieva ufficiale ha conosciuto Victor nella Legione, con cui ha creato il team Masada nella 46esima Brigata dell’esercito di Kiev. Dopo aver dato vita e lavorato insieme ad una organizzazione per aiuti umanitari, Victor è diventato poi suo marito. È partito per Israele per arruolarsi di nuovo come volontario e veterano di Israele e Ucraina.
“Lì non esiste una Legione Internazionale. Victor è impegnato sul fronte e io voglio continuare a rendermi utile per la libertà – osserva Schiff – Ho quindi iniziato dei corsi per elevare la mia formazione, tornare combat ready e riprendere a servire in Ucraina”.
Nel frattempo Schiff pensa a un “nuovo progetto umanitario, una nuova organizzazione di beneficenza che abbia più ampi margini di azione per non limitare gli aiuti umanitari solo a Ucraina e non solo per i conflitti ma in tutti i casi in cui diritti e dignità delle persone lo richiedano”.
È in corso di realizzazione anche un nuovo progetto per “i droni anti-mine ossia droni umanitari perché lo sminamento, vicino e lontano dal fronte, è indispensabile adesso e continuerà anche dopo la guerra”. Intanto a pochi giorni dalla richiesta della procura di Genova di archiviazione nei confronti di Kevin Chiappalone, il giovane italiano che fu indagato per essersi arruolato nella Legione Internazionale ucraina, Schiff commenta: “E’ sicuramente una vittoria, non solo per Kevin, ma anche per tutti gli altri italiani legionari nell’esercito ucraino e per coloro che avrebbero voluto aiutare l’Ucraina in prima persona ma non si sono sentiti liberi di farlo a causa del grigio normativo che aleggia intorno a queste circostanze”.