(Adnkronos) – “Siamo al fronte per favorire la nascita di una giurisdizione sovranazionale autorizzata a processare il crimine di aggressione di uno Stato verso un altro Stato. Stiamo inoltre documentando i crimini di guerra connessi in Ucraina perché abbiamo bisogno di prove per potere agire in tutti i tribunali internazionali competenti contro la Russia e la Bielorussia. Ci siamo difatti riconvertiti in funzione ‘guerra e resistenza’, a servizio delle autorità ucraine e del nostro popolo, avvalendoci di rapporti sinergici con avvocature ed istituzioni nazionali e internazionali”. Gli avvocati e giudici dell’Ucraina, uniti nell’Ukranian Bar Association (Uba) che li rappresenta, sono in prima linea nella guerra contro la Russia. Lo racconta, contattata dall’Adnkronos, Linna Liniova, ceo dell’Uba, che aggiunge: ”
Incoraggiamo a partecipare l’avvocatura italiana. Saremmo felici di coordinarci da vicino anche con loro per condividere informazioni legate in particolare ai regolamenti sui rifugiati”.
“Ci siamo rivolti anche ai soldati russi. Attraverso un video e volantini gli abbiamo spiegato come arrendersi. I militari russi sono demotivati. Sanno che sono stati mandati a morire. Non vogliono morire e non vogliono combattere. Noi gli spieghiamo cosa fare: armi a terra; mani in alto; in piedi davanti al carro armato o all’equipaggiamento. Ed è fatta. Stiamo diffondendo questa fotografia ovunque e, anche se non abbiamo numeri, sappiamo che grazie a questo avviso molti si sono arresi”.
Un’azione di attacco su tutti i fronti: “Distribuiamo lettere suggerendo sanzioni e modalità di attuazione. Siamo in contatto con il Congresso americano, il National security Council, la Casa Bianca – elenca – Chiediamo la disconnessione immediata dal sistema swift di tutte le banche, il blocco dell’accesso dei russi alla valuta euro e dollaro; l’embargo totale di gas e petrolio dalla Russia; la no fly zone; la chiusura delle imprese straniere ancora operative in Russia, 60 in totale. Solo così la Russia collasserà”.
Attiva anche una ‘hot line’ a servizio della popolazione, “rispondono soprattutto avvocatesse e giudici donna, dato che la maggioranza degli uomini è per strada con una pistola in mano – prosegue – Abbiamo ricevuto già 600 richieste di aiuto e assistenza legale su case distrutte, parenti uccisi o dispersi, sfollati in vari paesi. Le domande sono più o meno le stesse quindi abbiamo preparato delle Faq, pubblicate anche sul nostro sito. Siamo in stretto contatto con le associazioni di avvocati internazionali: in particolare New York, con cui abbiamo sviluppato un format di lavoro inerente alle problematiche legate ai profughi. Ma anche con Polonia, Spagna. Regno Unito, Scozia, Irlanda, Ungheria, Moldavia, Francia…Incoraggiamo l’Italia – conclude – a collaborare con noi. Saremmo felici di poter mettere a disposizione dei nostri cittadini le modalità di gestione ed accoglienza dei rifugiati ucraini nel vostro paese”.
(di Roberta Lanzara)