“Secondo informazioni preliminari, potrebbero aver usato munizioni al fosforo su Mariupol”. E’ la gravissima denuncia di Hanna Malyar, vice ministra della Difesa ucraina, che ha così affermato ieri sera da Ivanna Klympush, presidente della commissione parlamentare per l’Integrazione dell’Ucraina nella Ue, secondo cui un drone russo avrebbe “sganciato su Mariupol un sostanza tossica, probabilmente chimica”.
Una denuncia che a sua volta segue quella più volte espressa dal battaglione Azov.
Premesso come sempre che si tratta di ‘informazioni di parte’, non confutabili, allo stesso modo dalla parte opposta, rivela l’agenzia di stampa Intefax, che le forze separatiste filorusse di stanza a Donetsk hanno invece fortemente negato l’uso di armi chimiche. A rimarcare che si tratta di “false accuse”, è stato infatti il comandante separatista Eduard Basurin.
Eppure più volte l’Azov ha allarmato avvertendo che “Le forze di occupazione russe hanno usato una sostanza velenosa di origine sconosciuta contro militari e civili ucraini nella città di Mariupol“, spiegando che le sostanze tossiche lanciate da un drone, avrebbero provocato a quanti colpiti, “insufficienza respiratoria”, affrettandosi ad aggiungere che non ci sarebbero state però “conseguenze disastrose per la loro salute”.
Max