(Adnkronos) – “Dopo la strage di Bucha e di decine di paesi la società ucraina è in collera, perché abbiamo visto il vero volto dei soldati russi, saccheggiatori e assassini. Si respira uno spirito combattivo molto forte, e se anche Zelensky dovesse scendere a compromessi la società ucraina non è pronta ad accoglierli, vuole combattere”. Ad affermarlo, in un’intervista con l’AdnKronos, è il noto filosofo ucraino Volodymyr Yermolenko, giornalista e direttore di ‘UkraineWorld’ e contributor di numerose testate straniere tra cui Economist, Newsweek e Al Jazeera.
Sui controversi fatti di Bucha, Yermolenko è netto: “A Bucha sono entrati i giornalisti internazionali, e sono stati loro a diffondere le immagini. Certo che la propaganda russa dice che è una messinscena, e ci si potrebbe credere se non fosse che ora si stanno diffondendo anche le immagini video, come le tombe nei giardini, e altre cose che rendono l’idea di cosa sono capaci. Abbiamo tantissime testimonianze di persone che sono riuscite a lasciare il paese e hanno raccontato di come i soldati russi li minacciassero, e abbiamo anche immagini satellitari”.
Per il filosofo “occorre precisare che questa è solo Bucha, ma ci sono decine di paesi che hanno la stessa situazione. Come possiamo immaginare che sia stato sempre l’esercito ucraino a fare queste morti? Mi sembra assurdo. La società ucraina porta sulle spalle un grande peso e non accetterà altre terre occupate”. Yermolenko, nato a Brovary, sposato e con tre figli, si è dovuto spostare verso ovest per ripararsi dai bombardamenti ma “vado e vengo da Kiev, dove aiuto fisicamente e materialmente con gli aiuti umanitari, e con mia moglie siamo molto attivi sul fronte dell’informazione”, spiega.
Sul conflitto in corso, Yermolenko fa all’AdnKronos un’analisi molto chiara: “La Russia si sente come un impero ferito, e questo non accade per la prima volta -osserva- Come ogni impero ferito anche la Russia non vede il futuro, ma vive nel passato e vive dei miti del passato, ed è molto importante per loro ripristinare quel periodo, il periodo dello stalinismo. Questo è ciò che avviene all’interno della società russa: il potere sta diventando non più autocratico ma totalitario e, per non perderlo, l’opzione che vedono per riconquistarlo è conquistare l’Ucraina”.
Per molto tempo “gli ucraini hanno vissuto nell’illusione di essere un unico popolo con la Russia. Ma questa è un’assurdità: qualsiasi differenza con la Russia, la Russia la enfatizza come ‘nazismo’. La retorica del nazismo in Ucraina è assurda, basta pensare che il presidente è di origine ebrea”, incalza Yermolenko. Per il quale “l’Ucraina è un paese democratico, non c’è nulla da ‘de-nazificare’: immaginate se in Italia qualcuno volesse fare una ‘de-italianizzazione’…”.
Questo, “ovviamente non vuol dire che non esiste il problema degli estremisti di destra -spiega il giornalista- ma sono presenti come in ogni paese, e alle ultime elezioni non hanno raggiunto nemmeno il 2% e non sono entrati in Parlamento. Nella stessa Germania ci sono partiti radicali di estrema destra in Parlamento, da noi quell’ultra radicalismo non è presente come lo è in altri paesi”.