(Adnkronos) – L’Europa ha cambiato idea tardi sulla politica di Vladimir Putin, e questa è una delle cause che hanno portato il conflitto fra Russia ed Ucraina a questo punto. Ad affermarlo, in un’intervista esclusiva con l’Adnkronos, è l’ ex primo ministro dell’Ucraina Arseny Yasteniuk, a capo dell’esecutivo dal 2014 al 2016. “L’Italia -spiega Yatsenyuk- ne è un fulgido esempio: Berlusconi era l’amico più intimo di Putin, il mondo intero sapeva che erano amici intimi, e ha reso l’Italia amica sia di Putin che della Russia, adottando una politica statale di avvicinamento dell’Italia alla Russia. La stessa cosa è accaduta in diversi paesi dell’Unione Europea, ad esempio la Germania e la Francia”.
Dal 24 febbraio i paesi europei hanno cambiato politica, e “anche l’amico di Putin, Berlusconi, ha condannato Putin”, spiega Yatseniuk, che divenne premier dell’Ucraina nel 2014 a soli 33 anni subito dopo la rivoluzione dell’Euromaidan. Nulla da dire invece “sul vostro nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi, che sta facendo i passi giusti per liberare l’Italia dalla dipendenza russa dal gas”. Ma questa comprensione ‘tardiva’ ha avuto “un prezzo elevato, che oggi pagano l’Ucraina e gli ucraini. Se l’Ucraina avesse ricevuto il Piano d’azione per l’adesione alla Nato nel 2008 e io da premier avessi firmato la petizione, oggi non ci sarebbe guerra”, incalza l’ex capo dell’esecutivo dell’Ucraina.
Che sull’entrata dell’Ucraina nella Nato aggiunge: “È noto a tutti che nel 2008 la Germania e la Francia hanno bloccato la decisione di fornire all’Ucraina il piano d’azione per aderire alla Nato. La spiegazione di coloro che dissero di no, allora, fu ‘non serve far innervosire la Russia’. Ma la Russia “ha letto questo diversamente -spiega Yatseniuk- Ovvero: l’occidente è debole e Putin può fare tutto ciò che vuole perché l’occidente non reagirà. E quindi ha attaccato la Georgia e l’Ucraina”. Quello che non avevano capito, dice chiaro l’ex premier, “è che Putin non gioca secondo le regole, Putin gioca ‘con’ le regole”.
L’adesione alla Nato, per Yatseniuk è il fulcro centrale anche adesso: “La Nato oggi ha capito che non ci sarà sicurezza nei paesi membri finché non ci sarà sicurezza in Ucraina”. L’ex premier non nega che il Paese debba adeguarsi ai criteri stabiliti per l’adesione. “Su questo non c’è discussione. Dobbiamo adeguarci ai criteri democratici, politici, economici, e anticorruzione. Ma abbiamo fatto un progresso inimmaginabile a partire dal 2014. Il mio governo ha fatto la più grande quantità di riforme impopolari tra i cittadini e di conseguenza ho dovuto dimettermi perdendo la mia popolarità, ma il paese ha acquisito punti nei rating mondiali”.
Nelle condizioni attuali, però, “la decisione non deve essere formale o giuridica di adeguatezza a 100 o 200 criteri, ma deve essere geopolitica e morale, e sia l’uno che l’altro parlano a favore della necessità di far entrare l’Ucraina nell’Ue e nella Nato”. Cosa prevede accadrà ora? “Io indosso gli occhiali, ma come vedete non sono rosa -dice Yatseniuk- La Russia non ha raggiunto gli scopi che si era prefissata all’inizio della guerra, la guerra lampo nazista di Putin non è riuscita”. Ora, dunque, “Putin concentrerà tutte le forze per poter raggiungere almeno qualche vittoria. Sta lanciando tutte le forze e i mezzi per cominciare l’offensiva in Donbass. Perché per lui questa non è solo una questione che riguarda la sua carriera politica, ma riguarda la sua stessa sopravvivenza in Russia”.
Questo mese “sarà molto difficile. L’esercito ucraino ha dimostrato a tutto il mondo di essere capace di combattere per il proprio paese, ma ci servono armi per l’offensiva e per difenderci. E io non smetto di rivolgermi a tutti i paesi liberi del mondo, e sono grato che le armi stanno arrivando”. In Italia si discute molto sulla presenza di forze naziste all’interno del Paese. “Questa è una grande bugia -scandisce Yatseniuk- Guardate i risultati di tutte le elezioni ucraine, e paragonatele con i risultati delle elezioni dei paesi membri Ue. Noi non abbiamo nessun ultra-radicale di destra al parlamento nazionale. Come fa ad essere nazista un paese che nel 2019 aveva due dirigenti del governo ebrei, uno presidente e l’altro il primo ministro? In Ucraina non ci sono nazisti. In Ucraina ci sono i patrioti ucraini”.