(Adnkronos) –
Vomito, febbre, emorragie dagli occhi. Ucraina e Russia, nella guerra che dura da quasi 2 anni, combattono una contro l’altra ma devono affrontare anche un nemico comune: i topi. Le trincee di entrambi gli schieramenti sono invasi dai roditori, gli alloggi dei soldati sono infestati ovunque. I ratti hanno preso il sopravvento e ormai arrivano anche a condizionare la capacità di combattere.
Il fattore ‘topo’ è diventato talmente rilevante da meritare spazio persino nelle analisi della Cnn, che ha descritto la ‘mouse epidemic’ sulla base di informazioni fornite da una soldatessa dell’esercito ucraino nella regione meridionale di Zaporizhzhia.
“Immaginate di andare a dormire e la notte comincia con un topo che si infila nei pantaloni o nel maglione, mordicchia le punte delle dita o morde la mano. Si riesce a dormire 2-3 ore, se si è fortunati” le parole della donna, identificata come ‘Kira’, che insieme a 3 commilitoni si è ritrovata alle prese con un migliaio di topi: “Non erano loro a farci visita. Gli ospiti eravamo noi”.
La presenza dei roditori è facilmente spiegabile. Al di là delle capacità riproduttive dei topi, la presenza dei ratti è favorita dalla situazione bellica: da mesi il conflitto si è trasformato in un braccio di ferro statico, senza sostanziali variazioni della linea del fronte. I soldati di Mosca e di Kiev occupano le stesse posizioni da settimane, se non mesi, con inevitabili conseguenze. I topi riescono a trovare con facilità luoghi più riscaldati e cibo per affrontare il rigido inverno.
Inutile, secondo il resoconto di Kira, provare ad arginarne la presenza con veleno o ammoniaca. Schierare un gatto ha prodotto qualche risultato, ma il numero dei roditori è così elevato da mettere in fuga anche il più volenteroso dei felini: “Avevamo una gatta, Busia. Ci ha dato una mano mangiando dei topi, poi sono diventati troppi. Un gatto può catturarne uno o due, ma se si trova davanti un gruppo di 70…”.
In una guerra documentata ora per ora dai video diffusi su social e Telegram, si vedono ratti sbucare da tutte le parti: dai letti, dagli zaini, dai generatori elettrici. Persino dai mortai. Un filmato diffuso su Telegram recentemente dalle forze armate ucraine ha mostrato l’operazione compiuta da un drone, che ha eliminato alcuni soldati russi in una trincea: sui cadaveri e tra le armi abbandonate, topi.
La questione è più grave di quanto si possa pensare e diventa un fattore in grado di incidere sul rendimento in battaglia. Secondo informazioni diffuse dall’intelligence ucraina a dicembre, molte unità russe nella regione di Kharkhiv – nella zona di Kupiansk – sono state colpite dalla ‘febbre del topo’, una malattia che si contrae entrando a contatto con le feci dei roditori, in particolare ingerendo cibo contaminato.
I report dell’intelligence non sono verificabili e fanno riferimento a sintomi molto pesanti: dalla febbre e dall’irritazione cutanea si arriva al calo della pressione, a episodi di emorragia dagli occhi fino ai danni ai reni, con dolori lancinanti e problemi all’apparato urinario. A tutto questo, si aggiunge lo stress che la presenza dei topi provoca nelle ore notturne, quando il riposo dei militari diventa ancor più complicato. Non è chiaro, a giudicare dalle informazioni provenienti da Kiev, se l’epidemia abbia colpito anche reparti ucraini.
La Cnn ha chiesto lumi a Ihor Zahorodniuk, ricercatore presso il museo di Storia nazionale di Kiev. La proliferazione dei topi è stata favorita lo scorso anno dall’inverno relativamente mite. L’attività agricola si è fermata in molte zone, lasciando i raccolti incustoditi e a disposizione dei roditori, che hanno trovato cibo in abbondanza.
Ora, arrivano le conseguenze. Nelle trincee, come ha spiegato ‘Kira’, i topi mangiano tutto: “Si fanno largo tra le scatole di metallo masticando i cavi. Addentano qualsiasi cosa: radio, ripetitori, antenne. Si creano problemi di comunicazione, che possono costare vite. Sono entrati nelle jeep e hanno morso l’impianto elettrico, la macchina è diventata inutilizzabile. Hanno rosicchiato serbatoi e ruote. Solo nel nostro rifugio, hanno provocato danni per 26mila dollari”. La situazione, secondo Zahorodniuk, non migliorerà fino alla primavera: l’inverno sta arrivando al culmine. “Farà sempre più freddo e i topi si spingeranno sempre più all’interno delle trincee. Prima di migliorare, le cose peggioreranno”.