(Adnkronos) – L’attacco da parte della Russia al porto di Odessa? “Vedere la mancanza di sincronia tra dichiarazioni politiche e operazioni sul terreno è sorprendente. Le dichiarazioni politiche sono state molto esplicite, c’è stato un accordo sottoscritto e firmato, che viene messo in discussione con un’azione militare fatta il giorno dopo. La cosa è molto sorprendente”. A dirlo all’Adnkronos è il generale Vincenzo Camporini, che commenta così l’attacco da parte della Federazione Russa al porto di Odessa all’indomani della firma, da parte di Ucraina e Russia con la mediazione di Onu e Turchia, dell’accordo per l’esportazione del grano ucraino da tre porti ucraini, compreso quello di Odessa.
“L’accordo sul grano -sottolinea l’ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della difesa- è un accordo che viene incontro alle esigenze di tutti, Russia, Ucraina, e tutti i destinatari di queste derrate che dovrà essere realizzato nel concreto. E’ chiaro che questo non si può fare se continuano a volare i missili”.
Interpellato anche sulle dimissioni di Mario Draghi e le reazioni di Mosca, il generale Camporini osserva: “Sono state apprezzate dalla Russia, così come sono state apprezzate quelle di Boris Johnson, così come è stata apprezzata la situazione di incertezza all’assemblea nazionale francese, con una maggioranza che è sfuggita a Macron. Diciamo che le dinamiche dei sistemi democratici sono viste da Mosca come elementi favorevoli”.
A 5 mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina su vasta scala, che ricorrono proprio oggi (era il 24 febbraio 2022) il generale Camporini traccia un’analisi all’Adnkronos del conflitto facendo alcune riflessioni. “La guerra della Russia contro l’Ucraina è una vicenda che ci ha fatto ripiombare nel secolo scorso -spiega- Noi credevamo che i rapporti internazionali potessero essere gestiti con strumenti e atteggiamenti nuovi, e ci accorgiamo che le vecchie categorie sono morte, e contemplano l’uso della forza che pensavamo fosse tramontata”. L’uso di questo tipo di forza “significa -scandisce-che dobbiamo attrezzarci per questo nuovo vecchio mondo, in primo luogo dal punto di vista mentale, e poi anche dal punto di vista degli strumenti”.
Azzardando un’ipotesi sulla durata del conflitto da qui a fine anno, il generale sottolinea: “Temo che si trascinerà così per parecchio tempo, perché non ci sono evidenze che una delle parti sia in procinto di sbaragliare l’altra. Questo potrebbe prolungare i combattimenti, magari non con l’intensità che abbiamo visto nelle scorse settimane, dove già abbiamo registrato una notevole attenuazione. Secondo le ultime rilevazioni satellitari, l’artiglieria russa ha ridotto di due terzi quello che faceva durante la fase più acuta dell’assedio a Severodonetsk”.