(Adnkronos) – Sui negoziati in corso tra Russia e Ucraina “non sono molto ottimista: onestamente non mi aspetto dei passi in avanti. Sarebbero davvero un miracolo”. Lo dichiara all’Adnrkonos Stefano Bianchini, docente di Storia e Politica dell’Europa dell’Est presso il dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bologna. “Le posizioni delle due parti sono ancora talmente distanti che è molto difficile aspettarsi un vero negoziato. Da una parte c’è una richiesta di cessioni territoriali, che l’altra parte non è disposta ad accettare. E ormai è tardi per la semplice non adesione alla Nato come argomento da parte ucraina”, osserva Bianchini, che da studioso dell’Europa dell’Est ammette di essere rimasto profondamente stupito dall’invasione russa in Ucraina.
“Onestamente – dice – non mi aspettavo che Putin commettesse un errore politico così rilevante. Ero convinto che stesse utilizzando questa manifestazione di muscoli, attraverso tutto lo spiegamento di forze attorno all’Ucraina, per ottenere qualcosa che negli anni passati non aveva ottenuto, perché né l’Ucraina, né la Nato erano disposti a negoziare sul suo allargamento a Est. Io pensavo che Putin volesse accentuare la pressione, per ottenere una trattativa su questo tema, invece il risultato è stato ben diverso”.
Se il presidente russo lo ha fatto – prosegue Bianchini – “ci si può immaginare che avesse perso ogni speranza di poter realmente negoziare ed è per questo che non sono così convinto che il negoziato in questo momento sia facile e che ci siano grandi possibilità”.
Per l’accademico, infatti, la scelta di Putin di invadere l’Ucraina è “un errore politico molto grave, che irrigidisce e divide profondamente, molto più di quanto non avrebbe potuto fare uno sviluppo pacifico di due Paesi vicini. Un confronto di questo genere, invece, porta inevitabilmente a uno scontro che avrà ripercussioni lunghissime nel tempo”.
Secondo il professore di Storia e Politica dell’Europa dell’Est “è molto probabile che la guerra continui per molto tempo. Se la questione è legata ai territori, lo scontro potrà terminare solo se una delle due parti si arrende. Tutt’al più quello che potrebbe succedere è che a un certo punto le due parti stanche non si combattano e si fermino su una situazione di guerra non guerreggiata. Non riesco a vedere una situazione di pacificazione e naturalmente questo significherà che anche le sanzioni dureranno molto a lungo”.
Uno dei fattori da cui dipende l’andamento dei negoziati, oltre che dall’evoluzione della situazione militare, è proprio “l’impatto sull’economia mondiale, non soltanto delle sanzioni alla Russia. Questo è tutto da valutare e vedere per quanto tempo questo peserà”. “Viviamo un tempo di grandi incertezze”, conclude amaro il professor Bianchini, che non esclude un allargamento a dismisura del conflitto in corso. “Il mio timore è che tutto questo fornire armi all’Ucraina, passando inevitabilmente per le vie di terra, non diventi oggetto di bombardamenti missilistici russi e poi a un certo punto un missile sbagli la misura (cosa possibilissima) anche solo di 10 chilometri e vada a cadere in territorio polacco e quindi a questo punto faccia scattare l’art. 5 della Nato. Il vero grosso pericolo a mio avviso è questo. E se si allarga, diventa una guerra nucleare”.