(Adnkronos) – Il 9 maggio la Federazione russa celebra la Giornata della Vittoria, in memoria della sconfitta della Germania nazista al termine della seconda guerra mondiale: “E’ una data che nella narrazione non può passare sotto silenzio. O la Russia è in grado di celebrare un successo di quella che chiama ‘una operazione speciale’, o è costretta a spiegare che il conflitto in corso diventa una guerra, come fu quella patriottica del 1941-1945, sorvolando sul fatto che in quel caso fu la Russia ad essere aggredita, non come adesso ad aggredire”. Stefano Stefanini, già ambasciatore italiano alla Nato e consigliere diplomatico dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi senior advisor di Ispi, traccia all’Adnkronos i possibili scenari in vista della fatidica data del 9 maggio: “Questo il punto – rimarca – se la Russia non può celebrare questa ricorrenza con un qualche successo militare, allora sarà costretta a fare questo collegamento dichiarando lo stato d’emergenza”.
Cosa i russi potrebbero considerare una vittoria? “Il controllo dell’Ucraina orientale, compresa la fascia costiera, attraverso la conquista di alcuni territori. Ormai sembra di essere tornati agli anni ’30 – osserva incredulo Stefanini – senza carta Onu, senza diritto all’autodeterminazione dei popoli. Un ritorno al passato dell’attuale dirigenza russa che spinge gli altri paesi a rivedere posizioni che ritenevano acquisite”. Secondo l’ex consigliere diplomatico di Napolitano, l’annuncio del proseguimento della guerra dopo la ‘Giornata della Vittoria’ non è da escludere “in una prospettiva non di guerra lampo ma di logoramento. Il 9 maggio potrebbe trasformarsi in una sorta di chiamata alle armi, in una giornata in cui si fa appello al patriottismo dei russi, che 70 anni fa sconfissero i tedeschi, contro i nazisti ucraini, dato che quello della de-nazificazione è un elemento che Mosca ha usato e continua ad usare”.
“Siamo in una situazione che nessuno in Italia o in Europa aveva immaginato potesse avvenire nel 2022 – constata l’Ambasciatore – Si può sperare che paesi come la Cina trattengano Putin da un’escalation pericolosa. Ma il 9 maggio sarà sicuramente la data che verrà usata nella costruzione di questa guerra: o per celebrare la vittoria, o per ri-aggiornare la narrativa politica russa alla belligeranza, con la dichiarazione dello stato di emergenza come avvenne negli anni ’40 e una ulteriore stretta di freni a chiunque osi dissentire dall’intensificazione dello sforzo bellico in difesa della Patria”. In Ucraina? “non si possono fare previsioni – risponde – La Russia non ha dato indicazioni di voler allargare il conflitto, né la Nato di volere un confronto militare con Mosca. Ma con una guerra in corso gli eventi possono sfuggire di mano. E’ prevista l’arma nucleare tattica per evitare la sconfitta, la Russia possiede armi chimiche che ha già usato in Siria. Se si crea una ipotesi di questo tipo, si gettano le condizioni per una escalation, oltre a tutte le barbarie a cui abbiamo assistito finora. Non per nulla – conclude Stefanini – gli avvertimenti a Putin a non usare armi di distruzione di massa sono stati detti e ridetti sia dagli Usa che dalla Nato”.
(di Roberta Lanzara)