Twitter email, dati e numeri di telefono degli utenti a scopi pubblicitari: scuse e chiarimenti, ecco cosa è successo
Caso Twitter: dati degli utenti usati a scopi pubblicitari: usati “inavvertitamente”, ma comunque usati. E arrivano le scuse e i chiarimenti. Ma che cosa è successo esattamente?
Alcuni dati degli utenti, che erano stati concessi a Twitter dagli utenti per motivi di sicurezza, sono stati usati senza il loro consenso: il caso emerge, viene fuori e fa imbufalire tutti.
Scoppia la polemica sul social su uno dei social più usati: Twitter va in crash, ma non per qualche down ma, appunto, oera rabbia delle persone che si sono viste scippare, anche se in modo inavvertito, dei propri dati personali.
Twitter ha dunque usato a scopi pubblicitari gli indirizzi email e i numeri di telefono che alcuni utenti per motivi di sicurezza avevano fornito al social: ma questo uso è avvenuto senza il loro consenso.
Ecco perché è venuta fuori una burrascosa polemica. Tra l’altro, a renderlo noto è lo stesso social network con un post in cui si spiega che l’uso di questi dati è avvenuto “inavvertitamente”.
Aggiornamento ore 00,59
Sono pertanto divampate immediatamente le polemiche degli utenti, che nei commenti al tweet hanno alimentato il fuoco dei sospetti, della rabbia e tutti i loro dubbi a proposito delle reali responsabilità della società.
Il problema, a quanto emerge dalla nota Twitter che ha diffuso la nota, è stato risolto il 17 settembre.
Nel post, Twitter chiarisce che i numeri e le mail sono stati utilizzati nel sistema di pubblicità con “tailored audience e partner audience”.
Aggiornamento ora 3,49
Le tailored audience come sanno gli esperti permettono agli inserzionisti di creare liste di marketing personalizzate (spesso con indirizzi email o numero di telefono) su cui poi fondare il focus del target per gli annunci.
In pratica, una sorta di marketing base. Una volta realizzato ad esempio infatti il download dela lista di marketing di un inserzionista, effettivamente, tramite questo sistema si crea una vera base di riferimento.
In questa ottica, in questo contesto, si colloca l’errore di Twitter. Nella nota di legge come “potremmo aver abbinato le persone su Twitter alla lista degli inserzionisti in base all’email o al numero di telefono fornito per motivi di sicurezza dall’utente di Twitter”, si ipotizza nel post.
Una ammissione che non ha fatto piacere agli utenti.
Del resto, comunque, dal 17 settembre il problema è stato risolto, e il social garantisce: “non stiamo più utilizzando a fini pubblicitari i numeri di telefono o gli indirizzi email raccolti per motivi di sicurezza. Non sono stati condivisi dati personali con nessuno dei nostri partner”.
La società sostiene altresì di non poter “dire con certezza quante persone siano state colpite. Ma, nel tentativo di essere trasparenti, abbiamo voluto metterne tutti a conoscenza”.
Aggiornamento ore 5,50