Più investimenti in prodotti italiani per Netflix & Co. E più spot per le tv commerciali, da Mediaset a La7. Queste le principali novità contenute nella bozza di decreto legislativo sul tavolo del governo, che recepisce la cosiddetta direttiva AVMS dell’Ue con le nuove regole per il mondo della televisione. Il testo, formato da oltre 70 articoli, destinato a modificare profondamente, se non a rivoluzionare per certi aspetti, il settore audiovisivo in Italia, apprende l’Adnkronos, figura tra i provvedimenti all’ordine del giorno del pre-Consiglio dei ministri riunitosi stamattina da remoto, in vista della convocazione ufficiale del prossimo Cdm, l’ultimo prima delle ferie estive, atteso soprattutto per le indicazioni sul green pass.
Nel dettaglio, lo schema di decreto prevede l’aumento fino al raddoppio degli obblighi di investimento in prodotti europei e italiani per le cosiddette Ott (Over the top), ovvero le piattaforme di intrattenimento via streaming, dal colosso statunitense guidato dal’ad Reed Hastings ad Amazon Prime Video e Disney Plus, e l’aumento dell’affollamento pubblicitario per le emittenti commerciali.
In sostanza, per gli ‘streamers’ la novità sarebbe di non poco conto, perché si passerebbe da un’attuale quota investimento in prodotti europei che varia tra il 12,5 al 20% ad una quota unica, che si incrementa passando dal 17% del 2022 al 25% dal 2025. Ma non meno del 50% di questa quota europea è poi riservata alle opere di espressione originale italiana.
Cambiano, poi gli affollamenti pubblicitari concessi alla tv in chiaro: in particolare, per le televisioni commerciali, da Mediaset a La7, la quota dovrebbe salire dall’attuale 18% al 20% orario. Mentre per Sky passerebbe dal 12% al 15%. Discorso a parte per la Rai: il limite orario agli spot sarebbe del 6% durante la giornata e del 12% in ‘prime time’.
Il testo monstre che dovrà attuare la direttiva con le nuove regole (più severe e stringenti) per il mondo della tv e le piattaforme video on demand visionato dal pre-Cdm stamane, si legge nell’ordine del giorno che l’Adnkronos ha potuto consultare, prevede “l’attuazione della direttiva Ue 2018/1808 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 novembre 2018, recante modifica della diretti a 2010/13/Ue, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi, in considerazione delle realtà del mercato”. Il decreto legislativo, proposto dalla presidenza del Consiglio e dal ministero dello Sviluppo economico, sarà sottoposto all’esame preliminare del prossimo Cdm.