L’impiego di truppe di terra in Siria da parte della Turchia nell’ambito del contrasto all’Isis è “improbabile”. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri uscente di Ankara, Mevlut Cavusoglu, parlando con la stampa locale. Nei giorni scorsi il premier incaricato, Ahmet Davutoglu, non aveva escluso l’invio di contingenti precisando però che “se le forze moderate siriane avranno abbastanza potere non sarà necessario per la Turchia o altri Paesi inviare truppe sul terreno”. Gli Stati Uniti lanciano i primi attacchi con i caccia F-16 dalla Turchia contro l’Isis in Siria, segnalando un’escalation nella campagna area che va avanti da un anno e che si e’ attirata critiche perche’ ritenuta troppo cauta. L’annuncio e’ affidato ad uno stringato comunicato del Pentagono, in cui si spiega gli F-16 sono partiti dalla base di Incirlik, nel sud della Turchia. Nessun dettaglio sul numero o sul tipo di attacchi, ma neanche su quanti F-16 abbiano partecipato a queste prime missioni. Dalla stessa base di Incirlik è dall’inizio del mese che partono droni armati, ma l’impiego di F-16 conferisce una nuova dimensione alla campagna contro l’Isis, in parte per i rischi a cui vengono esposti i piloti nell’affrontare le difese aree siriane e di altri paesi. Il Pentagono pero’ ritiene che Incirlik presenti molti vantaggi, fra i quali la vicinanza ai target dei jihadisti nel nord della Siria. Gli F-16 di base in Turchia sono complessivamente sei e sono arrivati nel paese da Aviano. I caccia sono equipaggiati con strumenti di sorveglianza e di riconoscimento, che possono essere usati per verificare le informazioni fornite da chi collabora con gli Stati Uniti in Siria e in Iraq. Gli Stati Uniti hanno ottenuto dalla Turchia il consenso a usare la base di Incirlik alla fine di luglio, dopo una trattativa durata mesi. I due governi – secondo indiscrezioni – starebbero ora lavorando alla messa a punto di un memorandum of understanding che dovrebbe determinare i termini in base ai quali gli aerei turchi dovrebbero essere integrati nella campagna aerea contro l’Isis. Proprio Ankara oggi ha comunicato che sono stati espulsi dal paese oltre 700 ’foreign fighters’ che cercavano di entrare in Siria. In tutto il 2014 i presunti aspiranti jihadisti stranieri intercettati erano stati 520. Dall’inizio della guerra in Siria nel 2011 sono più di 1.800. Dal canto suo l’Isis continua a minacciare gli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dalla Cbs, l’organizzazione potrebbe pubblicare una nuova lista di nomi e indirizzi email, con relative password, di militari e staff delle ambasciate Usa. La ’Hacking Division’, la divisione hackeraggio dell’Isis, rivendica infatti di essersi infiltrata nei pc delle forze armate americane, conquistando l’accesso a foto, indirizzi, carte di credito di centinaia di persone nell’Esercito, nella Marina e al Dipartimento di Stato. Le autorità Usa sono consapevoli della rivendicazione del cyberattacco e stanno verificando l’accuratezza.