Entro 12 giorni verranno diffusi i risultati definitivi, relativi al referendum tenutosi in Turchia nel fine settimana ma, già oggi, in merito l’Osce (sulla scia I due principali partiti d’opposizione, che hanno infatti denunciato “brogli” e “manipolazioni” del voto), ha affermato che il voto popolare non avrebbe rispettato gli standard internazionali sul processo di voto. “La consultazione – spiega attraverso una nota l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa – si è svolta in un clima politico in cui le essenziali libertà fondamentali per un processo sinceramente democratico sono state ridotte dallo stato d’emergenza e le due parti non hanno avuto le stesse opportunità di presentare le loro ragioni agli elettori. La nostra missione di monitoraggio – ha tenuto a ribadire il capo degli osservatori del voto in Turchia, Tana de Zulueta – ha dimostrato che la campagna per il ’sì’ ha dominato la copertura dei media e questo, insieme alle restrizioni dei media, all’arresto dei giornalisti e alla chiusura dei giornali, ha ridotto l’accesso degli elettori alla pluralità di punti di vista. Il referendum costituzionale sul presidenzialismo si è svolto in condizioni di disparità, con le due parti che nella campagna non hanno avuto le stesse opportunità, mentre agli elettori non state fornite informazioni imparziali sugli aspetti fondamentali della riforma e le limitazioni sulle libertà fondamentali hanno avuto un effetto negativo”. Infine, sempre secondo lOcse, la consultazione si è svolta “in modo efficiente ed ordinato in un numero limitato di seggi visitato dagli osservatori internazionali, ai quali, in alcuni casi, è stato negato l’accesso durante l’apertura o la chiusura. Ricordiamo che lesito ha visto prevalere per una manciata di voti il presidente Recep Tayyip Erdogan, la cui riforma è passata con il 51,37% dei ’sì’ contro il 48,63% dei ’no’, con il 99,82% delle schede scrutinate. Un risultato che di fatto modifica la Costituzione turca, comportando una forte perdita di potere per lassemblea legislativa, favorendo così di fatto il governo; soprattutto il presidente, che assume automaticamente anche le funzioni di primo ministro. Forti polemiche sull’esito del voto. Dal canto suo il ministero degli Esteri turco ha replicato alla denuncia espressa dallOcse, sostenendo che le accuse sono “inaccettabili. “Le valutazioni iniziali in questione sono il riflesso di un approccio prevenuto e preconcetto”. Entusiasta ovviamente Erdogan che, salutando i suoi sostenitori radunatisi in festa sotto il palazzo presidenziale ad Ankara, ha affermato “Questo Paese ha condotto la più democratica delle elezioni, qualcosa che nessun Paese in occidente ha mai sperimentato”. Poi, rivolgendosi chiaramente allOcse, il presidente turco ha ammonito: “State al vostro posto. Non vedremo, né sentiremo i rapporti politicamente motivati che redigerete. Continueremo lungo la nostra strada”. Cè da sottolineare che dietro gran parte del successo del referendum pesa il voto dei cittadini turchi allestero. Nello specifico quello dei residenti nei paesi europei come Germania, Olanda, Austria e Belgio, in ragione dei quali il ’sì’ ha superato il 60%, andando in molti casi anche oltre, mentre la riforma è stata bocciata dai turchi residenti in Svizzera. “L’adesione all’Unione Europea resta per noi una priorità, anche se gli ostacoli politici sulla strada del processo di adesione all’Ue sono uno dei fattori che provoca difficoltà nelle relazioni tra la Turchia e l’Europa” ha affermato nel corso di unintervista Mevlyut Cavusoglu, ministro degli Esteri turco. “Turchia e Ue devono collaborare su sfide comuni, come la crisi dei migranti e la minaccia del terrorismo – ha tenuto a ribadire il ministro – Ci aspettiamo passi concreti e positivi per superare la crisi di fiducia”, ha quindi aggiunto Cavusoglu, riferendosi alla liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi e al “rispetto da parte dell’Ue di tutti gli altri impegni. Nonostante queste difficoltà ci sono possibilità di riportare sul giusto binario le nostre relazioni. La Turchia ricambierà certamente se incontrerà buone intenzioni e un approccio positivo e costruttivo da parte degli alleati europei e dell’Ue”.
M.