Daccordo le purghe, le epurazioni e quantaltro volto al prevenire violente azioni contro la democrazia in Turchia, ma linterminabile ondata di arresti che hanno colpito trasversalmente ogni ordine professionale e sociale, sta assumendo ora toni forse eccessivi. In particolare, dopo i 42 giornalisti ammanettati, da ieri le autorità hanno concentrato la loro azione nei confronti dei mezzi di comunicazione. Così, per ordine del governo di Ankara, è stata disposta la chiusura di tre agenzie, 16 canali televisivi, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici La motivazione ufficiale è che si tratta di una sorta di disposizione cautelativo in quanto, tali media già nei mesi scorsi, erano stati messi sotto amministrazione controllata a causa dei loro legami con Fethullah Gulen, lex imam rifugiato negli usa, indicato come lispiratore del tentato golpe. Tra i mezzi di informazione colpiti dal fermo, spiccano il quotidiano ’Zaman’, il canale all-news ’Samanyolu’ e l’agenzia ’Cihan’. Il decreto che ordina la loro chiusura è stato pubblicato in gazzetta ufficiale ieri sera.
M.