(Adnkronos) – Il Centro nazionale di adroterapia oncologica (Cnao) di Pavia e l’Irccs Centro di riferimento oncologico (Cro) di Aviano, Pordenone, lavoreranno insieme allo sviluppo dell’impianto di protonterapia che sarà realizzato all’interno del Cro e permetterà l’impiego di fasci di protoni contro il cancro. Gli esperti Cnao collaboreranno con il Cro per fornire indicazioni e consulenza sugli aspetti legati alla radioprotezione, ovvero alla schermatura dalle radiazioni delle aree adiacenti all’impianto che produrrà i protoni e che saranno frequentate da addetti ai lavori e pazienti.
“L’accordo con il Cro di Aviano vuole essere il primo passo verso una collaborazione ancora più ampia tra i due centri, che possa estendersi anche alla ricerca tecnologica e clinica legata all’utilizzo delle nuove particelle in ambito oncologico, come i protoni – dichiara il direttore generale Cnao, Sandro Rossi – Il Cnao intende avviare la creazione di una rete di collaborazioni tra i centri nazionali che utilizzano questa metodica e proseguire il suo percorso di ricerca e sviluppo che vedrà come prossimi passi l’introduzione di una nuova sala per la protonterapia, tecnologicamente più evoluta per trattare con ancora più precisione i tumori situati in organi in movimento e l’introduzione di nuove particelle come elio, ossigeno, litio e ferro”.
“La protonterapia al Cro di Aviano è un’opportunità per il Paese – afferma Francesca Tosolini, direttore generale dell’Irccs – perché metterà a disposizione questa tecnologia all’avanguardia per un numero sempre maggiore di persone e non soltanto in Friuli Venezia Giulia. La consideriamo anche un’opportunità per la formazione dei nostri professionisti e ricercatori, soprattutto i più giovani. In questo senso, lo scambio di esperienze con Cnao ci permetterà di accrescere il bagaglio di conoscenze che metteremo a disposizione dei pazienti entro il 2025”.
La protonterapia è una forma avanzata di radioterapia – ricordano da Cnao – che al posto dei raggi X utilizza fasci di protoni, particelle pesanti che colpiscono il bersaglio tumorale con precisione ancora più accurata e un maggiore risparmio dei tessuti sani. La protonterapia non sostituisce la radioterapia, ma è indicata nei casi in cui quest’ultima non risulta pienamente efficace e non si può procedere con la rimozione chirurgica vista la stretta vicinanza del tumore ai tessuti sani. Generalmente questo accade per i melanomi oculari, i tumori cerebrali, spinali e della base cranica e per il trattamento di neoplasie pediatriche. Sono anche in corso studi sul ruolo della protonterapia in tumori più comuni, quali quelli di testa e collo, fegato, mammella e prostata.
Dall’inizio della sua attività, il centro pavese a trattato oltre 4mila pazienti con tumori non operabili e resistenti alla radioterapia tradizionale utilizzando fasci di protoni e ioni carbonio. Cnao è uno dei tre centri italiani, insieme a quelli di Trento e Catania, in grado di effettuare trattamenti con protoni, ed è l’unica struttura in Italia e tra le 6 al mondo a utilizzare anche gli ioni carbonio, particelle ancora più pesanti e potenti dei protoni, impiegate per patologie tumorali complesse.
Il Cro è il primo istituto oncologico pubblico ad aver optato per la protonterapia. L’iter di realizzazione è iniziato nel 2020 ed è in fase di progettazione esecutiva.