Tumore ovarico killer silenzioso; alto tasso di mortalità in Italia, ma sempre troppo sottovalutato-di Caterina Onofri
Il tumore ovarico, nonostante la sua aggressività e l’alto tasso di mortalità, è conosciuto soltanto da meno di unitaliana su tre, solo il 20 per cento lo considera molto pericoloso, soltanto una donna su cinque ne sa riconoscere le prime avvisaglie, e la maggioranza delle connazionali non attribuisce sufficiente importanza alla diagnosi tempestiva, che oggi è lunica arma a disposizione per combattere la malattia con buone possibilità di guarigione. Difatti tuttora non esistono strumenti di prevenzione e la diagnosi viene sempre effettuata in maniera tardiva, quando le possibilità di cura sono molto limitate. Gli oncologi, proprio per queste ragioni, definiscono il carcinoma ovarico un killer silenzioso. Questo tipo di tumore è purtroppo ancora fra le neoplasie femminili più letali, temibili e aggressive, e la sopravvivenza media dei pazienti si aggira al 45 per cento. Stando allindagine presentata nei giorni scorsi a Milano, però, il 76 per cento delle donne italiane non conosce i nuovi test genetici che stanno aprendo scenari fino a pochi anni fa impensabili per la prevenzione, la diagnosi e la cura di questo tumore. La Giornata Mondiale sul tumore ovarico nasce proprio per farne parlare e per informare soprattutto sulle novità in tema di prevenzione e cura che, grazie alla genetica, stanno finalmente arrivando dopo circa 30 anni in cui non si avevano progressi significativi. Il carcinoma ovarico è sempre stato considerato il meno grave tra i tumori che affliggono le donne, ed è stato sempre collocato dopo il tumore al seno e all’utero. Ma in realtà non è così, e il tasso di mortalità delle donne con tumore ovarico, è molto più alto rispetto alle donne che riportano tumore al seno e all’utero, ma questo è dovuto al fatto che c’è scarsa conoscenza delle italiane in proposito. Ma ci sono dei sintomi che dovrebbero destare preoccupazione nelle donne, come dolori e gonfiore addominale, stitichezza, difficoltà digestive, ovviamente le madri, le figlie o le sorelle di una donna che ha avuto questo tumore, sono coloro che si trovano più a rischio. Emblematico è il caso di Angelina Jolie che si fece asportare le ovaie poiché era portatrice di mutazioni del Dna, ovvero mutazioni dei geni Brca, che predispongono all’insorgenza di questo cancro.