“Siamo vicini a un vaccino” per il coronavirus. Lo ha annunciato, in un’intervista alla Fox, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Una notizia importante mentre gli Usa vivono una delle stagioni peggiori di sempre. Pandemia, crisi economica, proteste per la morte di George Floyd e, ultime in ordine cronologico, le rivelazioni contro il tycoon dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton.
Tutto a pochi mesi dalle elezioni presidenziali, chiodo fisso di Trump. Per questo motivo sabato sarà a Tulsa, in Oklahoma, per il primo comizio post Covid-19 della campagna elettorale. Sono attese, dice Trump, oltre un milione di persone.
Riprendere così presto il tour elettorale è stata una scelta molto criticata. Negli Usa l’emergenza sanitaria non è ancora rientrata del tutto (in particolare in alcune zone). Ieri sono morte altre 840 persone, che si aggiungono alle oltre 118 mila vittime. Il virus continua a circolare, ma il presidente è troppo indietro nei sondaggi rispetto al rivale dem Joe Biden.
Trump, a modo suo, si difende e attacca dalle critiche: “Durante le proteste (contro il razzismo delle ultime settimane) tutti erano uno sopra all’altro e nessuno ha detto niente. Tutti invece parlano del comizio di Tulsa”. Comizio che stava per slittare per il ricorso di un gruppo di cittadini e imprenditori della città dell Oklahoma, respinto dal giudice della Corte distrettuale della Contea di Tulsa, Rebecca Nightindale. L’evento era già stato rinviato di 24 ore perché coincideva con il Juneteenth, il giorno in cui viene commemorata la liberazione degli afroamericani dalla schiavitù.
Mario Bonito