La rabbia corre sul filo telefonico. E finito malissimo il previsto colloquio tra il presidente Usa ed il suo omonimo australiano Malcolm Turnbull. A scatenare lira di Trump, che dopo 25 minuti (su unora prevista) ha agganciato lapparecchio, un precedente accordo che lAustralia avrebbe precedentemente stabilito con lamministrazione Obama. Un accordo che prevedeva da parte degli Stati Uniti l’accoglienza di 1250 rifugiatiattualmente stipati in centri di detenzione sulle isole Nauru e Manus in Papua NuovaGuinea. Il diavolo per Trump che, appena il giorno prima aveva firmato lo stop allimmigrazione, e che ha definito questa intesa come “la peggiore mai raggiunta”, aggiungendo che “sarebbe stato ucciso” politicamente, accusando quindi l’Australia di cercare di esportare i “prossimi attentatori di Boston”. Una notizia choic per il presidente usa che anche ieri ci è tornato sopra twittando: “Ci crederete? L’amministrazione Obama ha acconsentito ad accogliere migliaia di immigrati illegali dall’Australia. Perché?Studierò questo accordo ottuso”. Va però premesso che esattamente unora e 40 minuti prima dello sfogo presidenziale, sempre via tweet (come ha confermato il Washington Post), l’ambasciata americana a Canberra assicurava ai reporter australiani che la nuova amministrazione avrebbe onorato l’accordo: “La decisione del presidente Trump di rispettare l’intesa sui rifugiati non è cambiata”. Dal canto suo il presidente australiano ha elegantemente preferito glissare largomento, limitandosi a dichiarare ai media: “E’ meglio che queste conversazioni vengano condotte sinceramente, francamente, in privato. Vedrete notizie che vi si riferiscono. Non aggiungerò altro”.
M.