Ieri, lunedì 14 settembre, il quotidiano Politico ha rivelato che l’Iran avrebbe un piano per uccidere Lana Marks, ambasciatrice americana in Sud Africa e amica del presidente Donald Trump. Un’idea dei pasdaran, i ‘guardiani della rivoluzione islamica’, per vendicare Qasem Soleimani, il generale ucciso da un drone americano lo scorso gennaio a Bagdad.
Ma, alle minacce di Teheran, Trump ha replicato mostrando i muscoli. “Risponderemo – ha scritto come da consuetudine su Twitter – a qualsiasi attacco dell’Iran, in qualsiasi forma, contro gli Stati Uniti con un attacco che sarà mille volte maggiore quanto a potenza“. Soleimani era “un terrorista – ha proseguito il tycoon – che ha ucciso soldati americani e ha provocato per anni morte e sofferenza”. Due mesi fa la procura di Teheran aveva emesso mandati d’arresto per trentasei cittadini statunitensi, tra cui il presidente Trump, accusati di aver ordinato, preparato o attuato l’uccisione Soleimani.
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A destare preoccupazione sono le dichiarazioni di Trump, che nei giorni scorsi ha annunciato di “aver costruito” un’arma nucleare incredibile mai vista prima, “qualcosa di cui Putin e Xi non hanno mai sentito parlare prima“. Esternazioni da piena guerra fredda.
Mario Bonito