Crescono le tensioni a tutti i livelli della società statunitense mentre i governi locali hanno iniziato ad alleggerire le misure restrittive.
Nella conferenza giornaliera sul coronavirus il presidente Donald Trump ha detto che alcuni Stati sono pronti a riaprire per un graduale ritorno alla normalità. Pronta la replica di molti governatori, che accusano il governo federale di ostacolare la risposta alla malattia non fornendo gli strumenti necessari per effettuare i test.
Dopo aver difeso la posizione del governo, Trump ha annunciato che si prepara a usare la Defence production act, una legge di guerra del 1950, per aumentare la produzione dei tamponi.
Da qualche giorno la Cnn, una delle più importanti emittenti televisive statunitensi, ha cominciato a non trasmettere la prima parte del briefing quotidiano della Casa Bianca sul virus, in cui Trump parla senza la presenza dei giornalisti. Quella del presidente viene definita propaganda politica, così la Cnn attacca la diretta una volta cominciato il contraddittorio con i giornalisti.
Trump ha anche difeso le proteste dei suoi sostenitori, che la scorsa settimana hanno manifestato contro il lockdown imposto dai governatori. “Questa gente ama il nostro Paese. Vogliono tornare a lavoro”, ha detto Trump. Dopo il Michigan, si sono tenuti altri cortei ad Austin (Texas), Annapolis (Maryland), Indianapolis (Indiana) e Olympia (Washington). La partecipazione è stata piuttosto contenuta.
Solo ieri negli States si sono registrati altri 1.997 decessi. Superano i 40.000 i totali, quasi 70.000 i guariti.
Mario Bonito