Donald Trump ha ammesso di aver sminuito in pubblico la gravità della pandemia. Lo ha rivelato il 7 febbraio al celebre giornalista Bob Woodward (che insieme a Carl Bernstein svelò nel 1972 lo scandalo Watergate). Woodward stava intervistando il presidente per Rage, il suo nuovo libro anticipato ieri alla stampa. “Questo virus è roba grave, mortale”, aveva detto il presidente, registrato, in totale disaccordo con le sue dichiarazioni pubbliche. E ancora: “Si trasmette nell’aria, respirando ed è molto più pericoloso degli altri virus influenzali e ha un tasso di mortalità molto più alto”.
Nel libro il giornalista inoltre rivela che il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Robert O’Brien, aveva avvisato il presidente già dal 28 gennaio che “il coronavirus avrebbe rappresentato la più grande minaccia per la sicurezza nazionale di tutta la sua presidenza”.
Biden all’attacco
Joe Biden, candidato democratico alla Casa Bianca, intervenendo in un comizio in Michigan, ha subito approfittato dello scivolone di Trump: “Ha mentito agli americani di proposito. Ha tradito il suo popolo su una questione di vita o di morte, siamo oltre lo spregevole”.
La replica del tycoon
“Non volevo creare il panico”. Così il presidente ha risposto alle accuse di aver minimizzato la gravità del coronavirus. “Non volevo portare questo Paese e il mondo al delirio – ha proseguito – ma volevo mostrare fiducia. Possiamo dimostrare di essere forti”. Parlando con i giornalisti, Trump (fresco di candidatura al Nobel per la pace) ha poi aggiunto che “è stato fatto un lavoro fantastico da ogni punto di vista”. Anche se, sentendo la cronaca statunitense, il Paese sembra sprofondato nel panico da un pezzo.
Mario Bonito