E’ odioso a dirsi ma, per onestà intellettuale, va riconosciuta la possibilità che, così come accade anche con gli alimenti, il vaccino possa comportare in qualche soggetto reazioni avverse gravi.
Infatti, commentando il caso della 18enne, vaccinata giorni prima con AstraZeneca, ed operata d’urgenza ieri per una trombosi proprio al San Martino di Genova, dove lui lavora, secondo Bassetti ”non deve scatenare la psicosi”.
Come ha commentato il direttore della Clinica di Malattie infettive del nosocomio ligure, “E’ stato giusto segnalare il caso rapidamente agli enti competenti per la farmacovigilanza ma le trombosi possono essere causate anche dalla somministrazione contemporanea di altri farmaci. Ora io il caso della ragazza non lo conosco a fondo anche se è gestito qui nell’ospedale dove lavoro, ma potrebbero esserci altri farmaci coinvolti. Quando ci si vaccina contro il Covid, il medico deve essere informato se si assumono terapie specifiche”.
Ovviamente noi non siamo medici per poter dire la nostra in una situazione così scientifica tuttavia, ci ‘logora’ non sapere il perché, inizialmente riservato agli over 60, improvvisamente il vaccino AstraZeneca sia poi stato a messo a disposizione di chiunque. In special modo dei giovani, sopratutto negli ‘open day’ che tanto hanno ‘inorgoglito’ il governatore Zingaretti e l’assessore D’Amato. Certo, andrebbe detto che – nell’ambito degli ‘Open Day’ romani AstraZeneca – molte ragazze che in fase di vaccinazione hanno fatto presente di prendere gli anticoncezionali, sono state puntualmente rassicurate dai medici, per i quali ‘non ci sarebbero problemi’. Tuttavia l’infettivologo ricorda invece come “la pillola anticoncezionale ha avuto 200 eventi trombotici ogni milione di donne vaccinate e non mi pare che nessuna donna ha pensato di rinunciarci. Il trattamento con l’eparina ha fatto registrare 5mila eventi trombotici su 1 milioni di dosi di eparina somministrate. Il vaccino anti-Covid a vettore virale come quello AstraZeneca o J&J ha fatto registrate 6 casi per milione di vaccinati”.
Dunque, rimarca Bassetti, “Ora andrà capito cosa ha scatenato le trombosi dei seni cavernosi sono sempre molto gravi, ma serve un’indagine accurata anche per stabilire la presenza di malformazioni, se il vaccino anti-Covid ha amplificato una risposta che però si sarebbe verificata lo stesso e il vaccino non c’entra nulla. Sarà la farmacovigilanza a dirci se questo è un evento correlato con il vaccino AstraZeneca”.
Una scelta assolutamente non condivisa dall’immunologa e docente di Pediatria all’università di Firenze, Chiara Azzari la quale, appreso il ricovero della 18enne a Genova, ha lanciato un appello all’Ema affermando che “Escludere le donne giovani dalla somministrazione di vaccini a vettore virale, non solo dalla prima ma anche dalla seconda dose, con indicazioni ancora più chiare“.
La Azzarri ha infatti rimarcato che “L’Ema ha indicato che sono possibili, in casi davvero rarissimi, forme specifiche di trombosi. Tuttavia ha anche indicato che c’è una popolazione in cui questi eventi sono più frequenti, ovvero le donne giovani. Tanto è vero che anche in Italia la vaccinazione con AstraZeneca alle giovani non viene più iniziata. Ci restano le persone che hanno già fatto la prima dose e devono fare la seconda. Su questo abbiamo però già dati scientifici secondo i quali è possibile l’intercambiabilità dei vaccini fra quelli attualmente disponibili“.
Dunque, ha osservato ancora l’immunologa e docente di Pediatria fiorentina, “Credo che l’Ema dovrebbe dare un’indicazione ancora più chiara, dicendo che non solo non si fanno le vaccinazioni a vettore virale alle donne giovani, dato il maggiore rischio, ma non si fa nemmeno la seconda dose, offrendo un vaccino diverso. E’ un cosa che nessun singolo medico può dire, ma l’Ema lo può dire“.
Max