Clima febbrile dal punto di vista economico ed istituzionale dopo la recente approvazione della Nota di Aggiornamento al Def. Mentre continua il botta e risposta (dai toni tuttaltro che pacati) tra Roma e Bruxelles, il ministro dellEconomia Giovanni Tria tenta di smorzare i toni rassicurando mercati ed Europa. Intervenuto al convegno del Centro studi di Confindustria, il Ministro ha annunciato che “Nel 2019 ci sarà uno scostamento dagli impegni di riduzione del deficit presi con lUe e poi negli anni successivi ci sarà una graduale riduzione”, preannunciando dunque la revisione dei piani sul deficit.
Rassicurazioni che hanno, in primo luogo, un effetto benefico sulla soglia dello spread, che aveva sfondato quota 300 punti dopo lannuncio del governo di mantenere il disavanzo invariato al 2,4% per tutto il prossimo triennio. Ad ogni modo non è certo che la parziale revisione della Nota al Def scongiuri la procedura Ue anti-deficit, mentre il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici osserva che “gli italiani hanno fatto la scelta di un governo risolutamente euroscettico e xenofobo che, sulle questioni migratorie e di bilancio, tenta di disfarsi degli obblighi europei”.
Tria da parte sua difende la scelta di una deviazione limitata ad una sola annualità dopo la quale il disavanzo tornerebbe su un percorso di discesa. A quanto si apprende, fino al 2% nel 2021. Con uno scostamento del 2,4% nel 2019 e alla luce del deficit ereditato dal precedente governo, ribatte il titolare del Mef, “non mi pare che si possa delineare un governo da finanza allegra o che dia spazio per far saltare i conti per finanziare le promesse”.
Un rialzo finalizzato a fare ripartire il pil, senza deroghe allimpegno di ridurre lalto debito. “Abbiamo bisogno di una crescita vigorosa”, osserva il ministro, sottolineando che “serve una strategia di politica economica diretta a conseguire una crescita più sostenuta e ridurre il gap che lItalia ha avuto con il resto di Europa nellultimo decennio”. E aggiunge: “Serve uno stimolo di crescita endogeno, con un mutamento profondo delle strategie economiche e di bilancio” per “eliminare entro due anni il divario di crescita rispetto allEuropa e di assicurare al contempo una riduzione costante del rapporto debito-pil”. E sulla nota dolente dellalto debito pubblico italiano Tria insiste: “assicuriamo una accelerazione rispetto al passato della riduzione del debito pubblico”, un nodo che “va affrontato, indipendentemente dai vincoli, per liberare spazi di bilancio” anche per le riforme fiscali.
Per realizzare questo piano saranno cruciali gli investimenti pubblici, con 15 miliardi aggiuntivi nel prossimo triennio ma anche “un fortissimo taglio di spending review”.
Di certo nella manovra 2019 ci sarà “una forte gradualità. Le promesse andranno nel corso della legislatura”, assicura Tria. E sul reddito di cittadinanza esposto alla critica di possibili abusi da parte dei potenziali beneficiari il ministro annuncia un piano della Guardia di Finanza “per poter intervenire” contro il rischio che la misura vada a soggetti dediti al lavora nero. “Chi giocherà su quello andrà su un terreno molto rischioso”, conclude Tria.