Dopo la puntata di domenica choc – per le sconcertanti verità rivelate – dal programma ‘Mi Manda RaiTre’ sugli orsi in Trentino, intervengono gli attivisti della ‘Campagna StopCasteller’:
“La nostra indignazione è grande per le rivelazioni shock riportate dal programma televisivo: la Provincia autonoma di Trento avrebbe confermato che a uccidere gli ultimi 3 della lunga lista di ben 7 orsi morti in pochi mesi sarebbe effettivamente stato il veleno. Tra gli orsi avvelenati ci sarebbe anche l’orsa Fiona-F36, all’epoca ricercata per essere rinchiusa al Casteller”.
Dunque, domandano, e legittimamente, si domandano gli attivisti di ‘StopCasteller’: “Perché la notizia di queste morti per avvelenamento non è mai stata resa nota dalla PAT? Negli scorsi mesi era stato comunicato che l’orsa Fiona-F36 sarebbe morta a seguito dello scontro con un altro esemplare. Dove sta la verità? Dopo questa infinita lista di morti sospette non vogliamo più sentirci rispondere ‘le indagini sono in corso’”. L’opinione pubblica, italiana ma anche trentina, vuole chiarezza su questo episodio. Se, come sostiene la trasmissione di Rai3, questi esemplari sono stati vittime di bracconaggio, chi per mesi ha inneggiato a questa supposta forma di “giustizia fai da te” ha una grossa responsabilità in quello che è successo e, presto o tardi, sarà chiamato a renderne conto nelle sedi opportune”.
Ma non solo, il programma Rai ha dedicato tanto spazio anche ai tristissimi sviluppi della vicenda dell’orsetto Nino-M89, ricordano, “ostaggio della PAT da aprile, e da mesi rinchiuso in un minuscolo recinto al Belpark di Spormaggiore (Tn), ormai completamente abituato alla presenza dell’uomo per il quale sembra aver definitivamente perso la naturale diffidenza”.
Dunque, avvertono gli attivisti, “Vogliamo trasparenza anche nella vicenda dell’orsetto Nino. Vogliamo sapere come sta, quali sono le dimensioni del recinto in cui è rinchiuso, chi si occupa di lui. Quando e perché si è smesso di utilizzare tutte le accortezze necessarie a non abituarlo alla presenza dell’uomo? Sulla base di quali valutazioni scientifiche poi è stato deciso di destinarlo alla cattività a vita? Nessuna. Le ragioni sono solo di convenienza politica: infatti nel servizio Rai, il dottor De Guelmi dà efficacemente conto di come pochi anni fa a un orsetto protagonista di una vicenda analoga sia invece stato permesso il ritorno in natura senza che l’orso abbia poi mai dato problemi di confidenza”.
Insomma, avvertono ancora quelli della ‘Campagna StopCasteller’: “Non permetteremo che a partire dalla prossima primavera Nino venga quotidianamente esposto al pubblico ludibrio diventando l’attrazione principale del Belpark. Il vero problema e il nucleo centrale delle vicenda degli orsi in Trentino è la gestione: per la PAT equivale solo ad abbattere e ingabbiare, tralasciando sistematicamente informazione e prevenzione: cassonetti anti-orso, informazione a tappeto, soprattutto nelle valli, sui corretti comportamenti da tenere, monitoraggio, recinzioni elettrificate e punizioni esemplari per chi foraggia gli orsi mettendo a rischio la vita della specie e degli abitanti delle valli. Gestire significa mettere intelligenza e cura al servizio della comunità”. Oggi, concludono infine gli attivisti, “Incolpare magistratura e animalisti per la situazione attuale è solo un paravento all’incompetenza di Fugatti e giunta”.
Per quanti interessati , ecco il link della puntata di ‘Mi Manda RaiTre’, andata in onda domenica 7 gennaio:
Max