(Adnkronos) – Uno sforzo importante per TGS (Tele Giornale di Sicilia) che ha deciso di dedicare al trentennale delle stragi, una speciale programmazione . A partire da 23 maggio 1992, reportage a cura del responsabile delle news, Marina Turco. Tre puntate in onda domani, sabato e domenica alle 14.15 dopo il Tg. All’interno interviste e testimonianze dai luoghi legati a Falcone e da Capaci. Nel giorno dell’anniversario, TGS sarà in diretta dal Foro Italico dalle 10 del mattino e fino alle 13.50, poi darà spazio al notiziario e riprenderà live con collegamenti dallo Spasimo e da via Nortarbartolo dove si attenderà l’ora dell’attentato. In campo la redazione intera composta con Aurora Fiorenza, Massimo Pullara, Giuseppe Rizzuto, Giovanni Villino e sotto la direzione di Marco Romano. I reportage di Tgs, subito dopo la messa in onda, saranno visibili on line su Gds.it, mentre la diretta di lunedì sarà trasmessa in streaming sul sito, e diversi spezzoni anche sui social del Giornale di Sicilia e di Tgs.
Ed è Marina Turco a raccontare il lungo lavoro di questi mesi che ha portato a reportage per raccontare Falcone seguendo un preciso filo logico, “cercare di capire chi era, perché ha scelto di divenire un magistrato. Ci siamo chiesti come lavorava, chi erano i suoi collaboratori, gli amici, la famiglia, la sua Francesca. Ma anche il rapporto con Rocco Chinnici, il lavoro nel pool con Guarnotta, Di Lello e Borsellino” spiega la giornalista. Il reportage è partito proprio dalle interviste a Maria Falcone e Caterina Chinnici: la prima ricostruisce l’inizio della strada e le indagini del fratello, la seconda ha analizzato la formazione del pool, il coinvolgimento di giovani magistrati dal piglio pionieristico, l’idea di Rocco Chinnici di seguire i flussi di denaro, che con Falcone diventò un metodo di lavoro. “Non potrò mai dimenticare l’abbraccio di Giovanni Falcone e lo sguardo di Paolo Borsellino mentre portava la bara di mio padre” dice Caterina Chinnici nella lunga intervista.
Scorrono i testimoni, saranno tre puntate colme, importanti per chi ricorda ma soprattutto per chi non c’era e oggi ha il diritto e la voglia di sapere. Ecco l’ex giudice, avvocato e politico ultraottantenne, Alfredo Galasso che contestò la decisione di Falcone di spostarsi a Roma; Giuseppe Costanza, l’autista che si salvò perché Falcone decise di guidare lui l’auto quel 23 maggio di trent’anni fa; Riccardo Arena, oggi capocronista del Giornale di Sicilia, che allora seguì i processi passando ore e ore sulle carte, e che ricorda come Giovanni Brusca oggi è sì un uomo libero, ma che ci sono ancora tantissimi dubbi sul suo ruolo. Lia Sava, neo procuratore generale di Palermo, che parla dei due processi chiusi e dell’attesa della Cassazione, “c’è una verità giudiziaria, è vero ma la tecnologia corre e si spera che si possano tirare fuori nuovi elementi”.
C’è la bellissima ricostruzione di Giuseppe Ayala e Giuseppe Di Lello, che istruì il Maxiprocesso (mentre Ayala fu il pubblico ministero e ricorda come Falcone gli disse, dopo la sentenza, “hai cantato come Frank Sinatra ma la canzone è stata scritta da noi”); il ricordo di Tony Gentile che scattò la foto che divenne un simbolo, la testimonianza di Giovanni Paparcuri sopravvissuto alla strage di Chinnici,che oggi a Palazzo di Giustizia custodisce carte, i primi computer, verbali, scartoffie e racconta come il suo lavoro sia il debito pagato per essere rimasto vivo. E ancora, Nino Lo Bello racconta l’antimafia di oggi, Felice Cavallaro tratteggia la storia d’amore con Francesca Morvillo, e Alba Terrasi, fidanzata di Rocco Dicillo, ricorda come si doveva sposare a luglio ’92: Rocco aveva 26 anni lui e Alba, 22.