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Treccani celebra Giacomo Puccini a 100 anni dalla morte

A cento anni dalla morte di Giacomo Puccini, il Dizionario Biografico degli Italiani Treccani dedica un tributo speciale a uno dei più acclamati compositori del Novecento. Riconosciuto come il principale erede di Giuseppe Verdi, Puccini ha innovato il panorama dell’opera, superando i confini del belcanto per abbracciare uno stile moderno e drammatico, influenzato anche dal teatro di Richard Wagner. Il 29 novembre, in occasione della ricorrenza della sua morte, il Teatro alla Scala di Milano lo omaggerà con un concerto straordinario. Celebrazioni e riconoscimenti si susseguono, testimoniando l’impatto duraturo delle opere di Puccini, tra le più rappresentate e amate in tutto il mondo.

Aggiornamento ore 8

Nato a Lucca il 22 dicembre 1858, Puccini proveniva da una famiglia di musicisti e, fin da giovane, mostrò una spiccata inclinazione verso la composizione. Decise presto di lasciare Lucca per trasferirsi a Milano, dove studiò presso il Conservatorio, entrando in contatto con l’ambiente operistico dell’epoca. Nel 1884, partecipò a un concorso con l’opera-ballo “Le Willis” (poi rinominata “Le Villi”), che, pur non vincendo, venne notata e acquistata dall’editore Giulio Ricordi, dando avvio alla sua carriera. L’opera ebbe un buon riscontro di pubblico al Teatro Dal Verme di Milano, e Puccini iniziò a essere considerato uno dei possibili successori di Verdi.

Nonostante il fallimento di “Edgar”, Puccini non si arrese. Il supporto di Ricordi fu decisivo: nel 1889, l’editore decise di commissionargli una nuova opera, “Manon Lescaut”, basata sul romanzo settecentesco dell’Abbé Prévost. L’opera andò in scena al Teatro Regio di Torino nel 1893, ottenendo inizialmente un’accoglienza positiva ma senza grandi riprese. Tuttavia, nel giro di un anno, “Manon Lescaut” raggiunse i principali teatri internazionali, trasformandosi in un grande successo. La vera consacrazione arrivò poi con “La Bohème” nel 1896, che ebbe un’immediata accoglienza entusiastica. L’opera, ispirata alle “Scènes de la vie de bohème” di Henry Murger, venne eseguita nei maggiori teatri italiani ed europei, assicurando a Puccini fama e stabilità economica.

Aggiornamento ore 9

Nel 1900, Puccini presentò “Tosca”, tratta dal dramma di Victorien Sardou, che venne accolta con entusiasmo sia in Italia che all’estero, consacrando definitivamente Puccini come il più grande compositore italiano dopo Verdi. Nel 1904, alla Scala, debuttò “Madama Butterfly”, inizialmente accolta con freddezza e fischi dal pubblico milanese. La seconda première, però, si rivelò un trionfo, e da allora l’opera è diventata una delle più rappresentate al mondo, con la sua struggente storia di amore e sacrificio.

L’ultimo grande progetto di Puccini fu “Turandot”, una grandiosa opera basata su una fiaba cinese che rimase incompiuta a causa della sua morte. Nel 1924, Puccini si recò a Bruxelles per sottoporsi a un intervento chirurgico alla laringe, ma l’operazione non bastò a salvarlo: morì il 29 novembre dello stesso anno. “Turandot”, completata poi da Franco Alfano, divenne un’opera simbolo del lascito artistico di Puccini, arricchendo il repertorio operistico con elementi esotici e un linguaggio musicale più complesso.

A cento anni dalla scomparsa, Treccani lo celebra come uno dei massimi compositori del primo Novecento. La sua musica, immediatamente riconoscibile per le sue melodie struggenti e la modernità espressiva, continua a risuonare nei teatri di tutto il mondo, affascinando il pubblico con opere che hanno ridefinito l’opera italiana.

Aggiornamento ore 10