“Li privavano di ogni loro avere e li sottoponevano ad ogni sorta di violenza e vessazione, al fine di ottenere, da parte dei loro familiari, il versamento della somma necessaria quale prezzo della liberazione”. Così i magistrati che hanno emesso il decreto di fermo nei confronti di tre cittadini nigeriani, accusatidi avere sequestrato, seviziato e stuprato migranti in attesa di venire in Italia. I tre, scafisti, sono arrestati dagli agenti di Agrigento, appena sbarcati nel porto di Lampedusa. Gli inquirenti hanno raccontato che i tre avrebbero “svolto le mansioni di guardiani armati (con fucili mitragliatori e pistole) della struttura sita in Sabratah ed utilizzata dal sodalizio per il concentramento di centinaia di migranti che venivano privati della libertà personale e sottoposti ad ogni sorta di vessazione – sino a quando non effettuavano prestazioni lavorative e/o i loro familiari e/o amici non disponevano, in favore dell’associazione, il pagamento delle somme richieste per la liberazione e/o la traversata del Mediterraneo a bordo di imbarcazioni fatiscenti ed inadeguate che venivano stipate oltre le condizioni massime”. Per queste motivazioni le accuse nei loro confronti sono di associazione per delinquere finalizzata alla tratta e altraffico di esseri umani,sequestrodi persona a scopo di estorsione,violenza sessuale, omicidio, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I migranti sequestrati all’interno di una struttura vicino al mare chiamato ’Casa bianca’, attendevano in questa situazione da incubo di partire dalla Libia per raggiungere salvo naufragio – le coste italiane.
M.