Tre rapine in poche ore tra Roma e San Cesareo: i carabinieri della Compagnia di Palestrina hanno arrestato 3 persone (C.A., P.A. e S.M.) per tentata rapina, rapina, tentato omicidio, detenzione e porto di arma.
I fatti risalgono allo scorso 11 settembre, quando nelle prime ore della mattinata, in stretta successione, si sono verificati tre episodi di rapina a mano armata nei confronti di tre distinti esercizi commerciali, il bar “Romano” in via Casilina a Roma, il bar “Area 51” in via Proust a San Cesareo (Rm) e la Sala Slot “Belvedere” in via Maremmana a San Cesareo (Rm).
La Ricostruzione
Secondo quanto ricostruito dalle indagini dei carabinieri sotto la direzione del Pm di turno della Procura di Tivoli, nel bar “Romano” in via Casilina a Roma dove uno dei rapinatori ha sparato, la rapina non si è consumata a causa della resistenza opposta da un impiegato e della difficoltà di accesso alla cassa.
Poco dopo i tre indagati sono andati in un bar “Area 51” in via Proust a San Cesareo (Rm) dove, non trovando soldi all’interno della cassa, uno di loro, minacciando di sparare si è fatto consegnare il denaro prelevato dal portafogli personale di un impiegato.
In seguito i tre si sono entrati nella vicina Sala Slot “Belvedere”, in via Maremmana a San Cesareo (Rm) dove, come documentato anche dall’impianto di videosorveglianza, uno di loro, con il volto travisato da una sciarpa e con la pistola in pugno, all’interno dell’esercizio commerciale ha minacciato il cassiere per farsi consegnare il denaro contenuto nella cassa. Un impiegato addetto alla sicurezza, nel tentativo di sventare la rapina in corso, ha colpito con uno sgabello il rapinatore che ha sparato due colpi d’arma da fuoco verso di lui colpendolo all’inguine. Il rapinatore, con un bottino di 2.500 euro, è poi uscito dal locale dove ad attenderlo, a bordo di un’autovettura, c’erano i suoi due complici con i quali è fuggito.
La pistola trovata a casa di uno degli arrestati
Nel corso dell’operazione, durante una perquisizione domiciliare, i Carabinieri hanno trovato presso l’abitazione di uno degli arrestati (S.M.) una pistola semiautomatica calibro 7.65 con matricola abrasa, compatibile per calibro e tipologia con l’arma utilizzata durante le rapine.
Gip tribunale Tivoli: disposti all’uso di armi pur di soddisfare il loro bisogno economico
Il Gip del Tribunale di Tivoli, che ha provveduto sulla richiesta della Procura con grandissima celerità, sottolinea che “il quadro indiziario a carico degli indagati è solidissimo …articolato sulla scorta di un bagaglio investigativo che ha rapidamente assunto tratti di indiscutibile e stringente attitudine probatoria e incriminante”. Aggiunge il gip “la pervicace spregiudicatezza operativa… la disponibilità di armi e l’inclinazione a farne disinvolto impiego contro le persone, l’abitudine all’assunzione di alcool e di droghe… strutturano un contesto in cui campeggia e spicca l’accentuata pericolosità degli indagati. Costoro sono ben disposti all’aggressione e all’uso di armi pur di soddisfare il loro contingente bisogno economico…”