“La sentenza dice che il fatto c’è, hanno trattato con la mafia. La sentenza dice che hanno trattato e non è reato”. Marco Travaglio si esprime così a Otto e mezzo, in un confronto serrato con Alessandro Sallusti, dopo la sentenza del processo sulla trattativa stato-mafia. “Non c’è una sola parola, da me scritta in 10 anni sul processo trattativa stato mafia, che vada cambiata. Mi sento sconfitto? No, nel processo non ero imputato, parte civile, avvocato o magistrato. Sono un giornalista che ha raccontato la trattativa”, dice Travaglio.
“Sono andato a rileggermi quello che ho scritto: non c’è una parola che debba essere modificata su tutto quello che abbiamo scritto dopo la sentenza. Questa sentenza non scrive mai ‘il fatto non sussiste’, che significherebbe ‘non è successo niente’. C’è scritto, a proposito dei carabinieri, ‘il fatto non costituisce reato’. A proposito di Marcello Dell’Utri, c’è scritto ‘non ha commesso il fatto’. Che è stato commesso da qualcun altro. E infatti sono stati condannati i mafiosi”, dice Travaglio.
“Io -aggiunge- ho avuto 300 processi in sede penale e sono stato assolto in 299 casi. Dovrei dire che 299 processi non dovevano essere fatti? Certo che andavano fatti. I processi servono per vedere se i fatti sono avvenuti e se sono reato”.