Il più giovane ha solo 7 mesi di vita e aspetta un cuore nuovo. In generale, gli uomini sono il doppio delle donne, due terzi hanno meno di 60 anni. In media per loro passano da 5 mesi per ricevere un fegato a oltre due anni per un rene. E’ la situazione dei pazienti in lista d’attesa per i trapianti in Italia. A fotografare la situazione, alla vigilia della 24esima Giornata nazionale della donazione e del trapianto di organi e tessuti (11 aprile), è il Centro nazionale trapianti (Cnt) che parla di 8.291 iscritti nelle liste d’attesa del Sistema informativo trapianti.
Il 72,5% (6.132) aspetta un rene, il 12,7% (1.076) un fegato, il 7,9% (670) un nuovo cuore. Inferiori i numeri di chi ha bisogno di un trapianto di polmone (3,8%, 320 pazienti) e pancreas (3%, 252 pazienti), mentre sono in 5 ad aspettare un intestino. Ci sono poi 164 pazienti che aspettano un trapianto multiorgano e sono contemporaneamente iscritti in più liste. Il 15,5% dei pazienti in attesa (1.287 persone) ha già ricevuto in passato un organo ed è in attesa di un ri-trapianto: nella quasi totalità dei casi (97,5%) si tratta di rene, ma ci sono anche 5 pazienti che hanno bisogno di un secondo trapianto di cuore e 13 di un altro fegato.
Gli uomini in attesa di un organo sono il 64% e il 36% donne, una prevalenza che diventa più marcata nel caso della lista del cuore, nella quale i maschi sono l’80%. L’unico organo per il quale la lista d’attesa vede una lievissima maggioranza femminile (52%) è il polmone. Oltre la metà dei pazienti (52%) ha un’età compresa fra i 40 e i 60 anni, un terzo (33%) ha più di 60 anni, il 15% ha meno di 40 anni. I pazienti pediatrici sono 202. Ma il trapianto è un’opportunità anche per tanti anziani: l’anno scorso a Milano un 81enne ha potuto ricevere un rene nuovo.
I pazienti che hanno ricevuto un trapianto nel 2020 hanno atteso in media meno di 5 mesi per un fegato, 11 mesi per il pancreas, 1 anno e 1 mese per cuore e polmoni, 2 anni e 1 mese per un rene. Ma i tempi medi di permanenza in lista di chi sta ancora aspettando sono più lunghi (3 anni e 4 mesi per il rene), perché ci sono molti pazienti di difficile trapiantabilità.
Guardando la provenienza geografica dei pazienti in attesa, in termini assoluti è la Lombardia la regione con più residenti iscritti in lista (1.272), ma in realtà è il Molise la regione con la più alta incidenza di persone in attesa di trapianto in rapporto al numero dei residenti, con un indice di 23,6 pazienti ogni 100mila abitanti, quasi il doppio della media nazionale che vede 13,7 pazienti in lista ogni 100mila abitanti. Seguono la Puglia (17,8/100mila), la Liguria (17,2), il Lazio (15,8) e la Sicilia (15,7). Le regioni con una minore prevalenza di pazienti in lista sono il Trentino Alto Adige (6,8 persone in lista ogni 100mila abitanti), la Sardegna (9,8), il Veneto e il Friuli Venezia Giulia (11,3).
Nelle liste d’attesa italiane sono inclusi anche 38 pazienti residenti all’estero, provenienti da Paesi dell’Ue con i quali l’Italia ha accordi bilaterali che includono lo scambio di organi. La maggioranza arriva dalla penisola balcanica: 10 sono cittadini serbi, 7 bosniaci e 6 croati.
Sono la policistosi renale e la glomerulonefrite cronica le patologie che conducono più frequentemente al trapianto: insieme costituiscono la diagnosi di quasi un terzo delle persone che hanno bisogno di un rene. Per quanto riguarda il fegato, invece, l’indicazione al trapianto arriva in maggioranza per l’epatocarcinoma associato a cirrosi, mentre tra chi aspetta un cuore prevalgono le cardiomiopatie dilatative su base ischemica o idiopatica. Infine, la fibrosi cistica e la fibrosi polmonare idiopatica sono le due patologie più diffuse tra i pazienti in lista per un polmone mentre circa la metà di chi attende un pancreas è affetto da diabete mellito di tipo 1.