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Transizione ecologica – Uilm: “Riduzione orario lavoro a parità salario per evitare drammi occupazionali”

La transizione ecologica rappresenta una sfida epocale. Siamo consapevoli delle opportunità ma allo stesso tempo siamo preoccupati dalla mancanza di determinazione e consapevolezza dei Governi italiani che si sono avvicendati negli ultimi anni. La transizione ecologica non si fa dall’oggi al domani e non sarà indolore.

Riguarda tutti i settori dell’economia e modificherà profondamente i modelli di sviluppo, di produzione e di consumo. L’Italia non deve posticipare i tempi previsti dagli accordi europei, in primis sullo stop alla vendita entro il 2035 delle auto a benzina e diesel.

Al contrario si devono assumere delle scelte e programmare per tempo la transizione, recuperando il terreno perso per mettersi in prima fila per vincere questo passaggio storico”.

Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, in occasione della Tavola rotonda “Transizione ecologica:rischi o opportunità?” durante il Congresso nazionale Uilm in corso a Roma.

La Tavola rotonda è stata moderata da Angelo Mellone, vice direttore Rai Daytime e ha visto la partecipazione di Davide Mele, Senior Vice President Corporate Affairs Stellantis Italia, Franco Bernabè, Presidente di Acciaierie d’Italia, Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica all’Università Tor Vergata di Roma, Pierpaolo Bombardieri, Segretario generale Uil e Rocco Palombella, Segretario generale Uilm.

In un passaggio che rivoluzionerà l’attuale sistema con importanti ripercussioni occupazionali – spiega Palombella – è necessario aprire un dibattito serio sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. In molti Paesi europei si sta già sperimentando la settimana lavorativa di quattro giorni mantenendo invariati gli stipendi”.

Con la riduzione dell’orario di lavoro le aziende occuperebbero i lavoratori in esubero riducendo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali – continua – Questo circolo virtuoso determinerebbe un risparmio per lo Stato che con le risorse accumulate alleggerirebbe il costo del lavoro aggiuntivo per le aziende”.

Questa è una vera proposta di politica attiva del lavoro, che disincentiva il meccanismo dell’assistenza – aggiunge – questo può diventare uno degli strumenti, insieme alla formazione e riqualificazione professionale, per far fronte alle inevitabili conseguenze occupazionali della transizione ecologica”.

La data fissata dalla Commissione europea per lo stop alla vendita delle auto a benzina e diesel deve essere rispettata e, al contrario di quanto ha cercato di fare il nostro Paese, si devono anticipare i tempi con ingenti investimenti salvaguardando e riqualificando l’occupazione.

La transizione ecologica, i suoi rischi e le opportunità, deve essere uno dei temi al centro dell’agenda del futuro Governo. È in gioco il futuro industriale e sociale dell’Italia, non possiamo più tollerare la mancanza di serie politiche industriali.

Negli anni abbiamo perso migliaia di posti di lavoro e decine di importanti realtà produttive. Ora basta! Siamo pronti fin da ora a discutere e condividere le nostre proposte con il futuro Governo. Noi ci siamo, ci aspettiamo un cambio di passo dal nuovo Esecutivo” conclude.

Max