Per arrotondare il suo stipendio, il maresciallo dellaeronautica aveva ideato un sistema semplice ed efficace. Questo maresciallo era il proprietario del fondo per le spese postali del suo aeroporto. Ufficio tenuto per un lungo periodo di tempo, ben undici anni dal 2001 al 2012. In buona sostanza, luomo ha gestito in toto la corrispondenza dellaeroporto e anche riempito gli elenchi degli articoli, da pagare in contanti.
Il problema è che i soldi non sembravano mai abbastanza. E così, di fronte alle continue richieste di reintegrazione del fondo per le spedizioni, il Ministero della Difesa ha lanciato assegni. I controlli hanno mostrato che il maresciallo compilava separatamente “che non corrispondeva a nessuna spedizione effettuata”. E le stesse anomalie, le stesse spedizioni fantasma sono emerse sul fronte delle lettere registrate.
Il maresciallo è stato quindi condannato a pagare dal tribunale militare di Roma, condanna confermata in appello. Nel frattempo, la Corte dei conti ha anche deciso di recuperare il deficit di cassa. In primo luogo, la Procura della Repubblica – titolare del procedimento giudiziario – ha chiesto al maresciallo di rimborsare 812 mila 999 euro. Poi, quando il processo militare arrivò allappello, “il danno fu ridotto” a 608 mila 841 euro. Questo ridimensionamento, per così dire, della perdita di entrate è il risultato di una relazione sui documenti di lavoro del maresciallo.
Una volta che è stato concluso questo processo, la Corte dei conti ha respinto le obiezioni degli avvocati del maresciallo dellaeronautica, che hanno contestato la relazione degli esperti perché ha tenuto conto delle somme date ai militari dal ministero e non “le attuali mancanze”.
La Corte ha deciso quindi per la condanna del maresciallo a risarcire il Ministero della Difesa per 608 mila euro 841, oltre interessi, oltre a rivalutazione al 31 dicembre 2012, oltre a spese giudiziarie per 156 euro. Pochi spiccioli in questo caso.