Al liceo classico la tanto temuta seconda prova dell’esame di Maturità 2019 verte su testi di Tacito e Plutarco che in particolare fanno riferimento alla vita ed alla morte, per mano di congiurati, dell’imperatore Servio Sulpicio Galba.
In particolare, molto approfondito è lo studio nel merito che fornisce Plutarco. Ma, cosa importante per tutti gli studenti, chi è Plutarco?
Plutarco è conosciuto come uno degli autori greci più rilevanti nell’intero panorama classico. E’ universalmente considerato come la figura di maggior spicco fra i prosatori del I secolo d. C., a fronte dell’enorme varietà dei suoi interessi e per la grandezza, sia qualitativa che quantitativa delle sue opere.
Plutarco nacque a Cheronea, in Beozia, intorno al 47 d. C., da una famiglia agiata piuttosto tradizionalista. Condusse studi ad Atene presso la scuola dell’accademico Ammonio, divenne un ammiratore di Platone e si concentrò su una formazione culturale, filosofica, scientifica, storica e letteraria di ampio spettro.
Plutarco fu anche un vibrante viaggiatore; visitò la Grecia, l’Egitto e soggiornò anche diverso tempo a Roma, laddove peraltro intrattenne amicizie con importanti uomini politici. Qui, si dimostrò un suddito leale di Roma tanto che Traiano gli concesse le insegne consolari, mentre l’imperatore Adriano gli riconobbe la sovrintendenza della provincia Acaia.
Essendo molto realista, Plutarco intuì come la potenza di Roma era focale: nessun i piano di sovversione della forma di governo imperiale sarebbe andata a buon fine e dunque capì che per conquistare una posizione di rilievo, era necessario mettersi al servizio della potenza superiore. In che modo?
Con il suo ingegno, e la sua idea di superiorità delle proprie tradizioni culturali e civili. Ad ogni modo, per non esser lontano da Cheronea, rinunciò a salire tra le alte sfere della burocrazia imperiale, e si intrattenne con l’amministrazione locale e l’attività letteraria sempre con una precisa ottica filoromana.
Questo, oltre ai riconoscimenti di Traiano e da Adriano, gli produsse privilegi e favori sia per la sua città che per tutta la Grecia.
In linea di massima, comunque, Plutarco visse perlopiù nella sua patria, in Beozia, dividendosi tra affetti familiari estudi letterari oltre che intrattenendosi con conversazioni filosofiche con gli amici e con i discepoli.
Plutarco amava la sua patria. Fu, per vent’anni sacerdote del santuario di Apollo a Delfi e venne iniziato ai misteri di Demetra, Iside e Dioniso oltre a rivestire incarichi sacerdotali e ruoli sociali vari.
Il santuario di Apollo rappresentava, per Plutarco, il simbolo di una religiosità tradizionale. Fu biografo, scrittore, filosofo Le opere di Plutarco vengono, per convenzione secolare, divise in due grandi blocchi: le Vite Parallele e i Moralia. Morì all’età di ottant’anni, intorno al 127 d. C.
Le Vite parallele sono dedicate a Quinto Sosio Senecione, amico e confidente di Plutarco: si tratta di 23 coppie e il cuore dell’opera si fonda sul parallelismo tra Alessandro Magno e Giulio Cesare: questo accostamento vuol dimostrare che come la Grecia produsse uomini di valore, così anche Roma. La sua opera è ricca di notizie di grande rilievo storiografico, pur in una interpretazione della realtà fatta in base ai suoi interessi etici e alla sua impostazione morale.
I Moralia invece rappresentano un gruppo variegato di trattati, nei quali l’autore spazia dalla filosofia alla storia, dalla religione alle scienze, senza scordare la critica letteraria. Il titolo Moralia deriva dal fatto che, nell’ordinamento complessivo delle opere fatto dal monaco Massimo Planude verso il 1302, i primi quindici scritti trattano di argomenti etico-filosofici.