Tra messaggistica, videoconferenza, social media e visite virtuali il Covid ha sdoganato una nuova figura professionale legato alla compravendita di case: l’agente immobiliare digitale. Emerge dal report ‘La digitalizzazione dell’agente immobiliare’ edito da Oid-Osservatorio immobiliare digitale, che ha coinvolto 500 partecipanti per capire, attraverso 41 domande, quanto la cultura digitale e la tecnologia influenzano la mediazione immobiliare in Italia. L’agente immobiliare si affida al cloud nel 92,1% dei casi rispetto al 62% del 2017. In crescita i profili social aziendali che passano dal 89% del 2017 al 97% del 2021. La corsa all’utilizzo dei video per la presentazione degli immobili sale al 81,6% rispetto 33% del 2017, mentre l’advertising di Facebook affianca la consueta pubblicità sui portali di annunci nel 59,5% dei casi (nel 2017 era del 43%).
Il professionista della mediazione ha acquisito confidenza con videochiamate e messaggistica con Zoom al 53,2% delle preferenze e whatsapp al 89,3%. Anche il virtual tour è di casa nel 45,3% dei casi (18% nel 2017), insieme a firma elettronica avanzata, servizi e gestionali per le attività di backoffice (antiriciclaggio, contrattualistica, visure e registrazione telematica dei contratti) e Avm (tools per la valutazione immobiliare automatica).
Diego Caponigro, presidente Oid, sostiene che: “il percorso di cambiamento degli addetti ai lavori è lento, ma concreto e progressivo. La pandemia ha dato un notevole impulso alla digitalizzazione che si è resa necessaria per mandare avanti le attività. Davanti all’emergenza il settore ha saputo cambiare anche grazie ad una ricca offerta di soluzioni messe a disposizione dalle tante aziende che compongono l’ecosistema dei servizi”.
Rispetto alla contrapposizione tra modelli agenziali digitali e tradizionali Gerardo Paterna, vicepresidente Oid, ha una visione molto chiara: “Il digitale non è appannaggio di uno o dell’altro. Si tratta di un’evoluzione che coinvolge tutti, alcuni sono più reattivi nel cogliere l’opportunità, altri meno. La vera sfida è quella di mediare l’efficienza e la trasparenza del digitale con quel presidio e quella cultura territoriale che fanno la differenza nell’interazione tra brand e consumatore”. A margine dei tanti dati sul digitale emerge l’opportunità di internazionalizzare le attività del professionista italiano. Solo il il 28,5% degli agenti, infatti, utilizza il web per creare opportunità di collaborazione internazionale. Idee più chiare sulla formazione dove il 38,7% delle preferenze riguarda l’acquisizione di competenze legate alla negoziazione e per l’84,8% la possibilità di accedere a percorsi formativi in lingua italiana, ma con certificazione a livello internazionale.
Antonello Malgieri, responsabile della formazione Oid, spiega: “viviamo in un mercato nel quale la distinzione e la percezione di qualità passano anche attraverso la formazione. Individuare i migliori percorsi per acquisire competenze ben definite e certificate in un contesto internazionale, posiziona in modo chiaro il professionista rispetto alla crescente concorrenza”.
“L’agente immobiliare – dice all’Adnkronos/Labitalia Alessandro Caglieris, consigliere delegato Tecnomedia del gruppo Tecnocasa – è sempre più digitale e il nostro karma è fare le cose di ieri con gli strumenti di oggi. E con la pandemia c’è stata una grossa accelerazione della digitalizzazione, perché noi avevamo previsto di rilasciare degli strumenti nuovi nell’arco di un anno, ma ci siamo trovati a rilasciarli nell’arco di due mesi. Però abbiamo cercato di costruire questi strumenti affinché andassero bene sia per la realtà di mercato che stavamo vivendo per il Covid, sia per la quotidianità del dopo pandemia”.
“Siamo riusciti ad affrontare il difficile periodo del Covid – spiega – grazie al team interno e abbiamo cercato di prendere quelle che erano le attività del mercato normale per attuarle anche durante la pandemia. Abbiamo così accompagnato il cliente a vedere gli appartamenti con le visite virtuali, abbiamo incrementato il portale con il modulo per fissare gli appuntamenti in modo da rendere subito visibile sull’agenda dell’agenzia immobiliare da girare al cliente. Tutte operazioni che grazie alla digitalizzazione siamo comunque riusciti a fare”.
“Da quando è partita la pandemia – ricorda Caglieris – abbiamo organizzato circa 80mila visite in comodità. Un numero importante che riguarda non solo le necessità del Covid, ma anche quelle di evitare spostamenti prima di scegliere l’immobile”. “Non sono pochi – fa notare – le famiglie che a Milano decidono di affittare un appartamento per un figlio che studia alla Bocconi ad esempio. Con le visite virtuali i genitori non devono pi prendersi una settimana di ferie per visionare gli appartamenti. Si vedono gli immobili disponibili, si sceglie e poi si procede con la firma digitale”.
“Una soluzione questa – avverte – legata non solo all’emergenza della pandemia, ma anche alle esigenze degli investitori stranieri. Pur rimanendo nel proprio Paese si può comunque scegliere un immobile e poi ci si aggancia alla piattaforma della firma elettronica e quindi al riconoscimento”. “Tutto il nostro metodo operativo – ribadisce – parte sempre dagli strumenti cartacei e quindi dall’andare sempre e comunque incontro alle richieste del cliente per poi riportarli sugli strumenti digitali”.