Totti avrebbe preferito morire piuttosto che lasciare la Roma, parole sue. Pallotta vuole portarlo in tribunale, per turbativa d’asta. Totti parla col cuore in mano e racconta verità, consigliando anche il presidente giallorosso di diffidare da alcuni elementi che gravitano da anni in orbita dirigenziale. Pallotta dal canto suo sembra aver recepito solo la parte in cui l’ex capitano parla, imbeccato da una domanda precisa, di una possibile nuova proprietà.
La differenza sta tutta qui, tra sentimenti e affari. Tutta la differenza del mondo per un tifoso che da ieri ha visto lasciare l’ultimo pezzo di una Roma che ora non c’è più, smantellata della propria romana e romanista identità. L’estate giallorossa ha visto l’eclissarsi delle bandiere: prima De Rossi, ieri Totti. Non sa più a chi aggrapparsi, se non alla speranza che tutto questo un giorno possa cambiare, per vedere magari il ritorno dei due simboli della storia recente della Roma in altre vesti e stretti in un abbraccio, per smentire in un colpo solo veleni e malignità che negli ultimi mesi sono stati sputati sul loro conto.
Francesco Totti ha spiegato i motivi del suo addio: ha parlato di giocatori e dirigenti che esultavano dopo una sconfitta della Roma. Ha scoperchiato verità nascoste insabbiate da anni d’assenza. Voci mal riferite, o del tutto omesse. Lingue maligne e un futuro grigio. Un quadro dipinto che fa paura, a tifosi e società. La Roma non ha infatti perso tempo per rispondere alla lunga conferenza dell’ex capitano. Lo ha fatto tramite un breve comunicato: “Il Club è estremamente amareggiato nell’apprendere che Francesco Totti ha annunciato di lasciare la Società e di non assumere la posizione di Direttore Tecnico dell’AS Roma. Gli avevamo proposto questo ruolo dopo la partenza di Monchi ed eravamo ancora in attesa di una risposta. Riteniamo che il ruolo offerto a Francesco sia uno dei più alti nei nostri quadri dirigenziali: una posizione che ovviamente richiede dedizione e impegno totali, come ci si aspetta da tutti i dirigenti all’interno del Club”.
E ancora: “Eravamo pronti a essere pazienti con Francesco e ad aiutarlo a mettere in pratica questa trasformazione da grande calciatore a grande dirigente. Il ruolo di Direttore Tecnico è la carica in cui credevamo potesse crescere e in cui ci siamo proposti di supportarlo durante la fase di adattamento. Nonostante comprendiamo quanto sia stato difficile per lui decidere di lasciare l’AS Roma dopo trent’anni, non possiamo che rilevare come la sua percezione dei fatti e delle scelte adottate dal Club sia fantasiosa e lontana dalla realtà. Riguardo ai ripetuti riferimenti al suo possibile ritorno con l’insediamento di una nuova proprietà, in aggiunta alle informazioni raccolte da lui stesso in tutto il mondo circa soggetti interessati al Club, ci auguriamo che questa non sia un’anticipazione inopportuna di un tentativo di acquisizione: scenario che potrebbe essere molto delicato in considerazione del fatto che l’AS Roma è una società quotata in borsa. La proprietà non ha alcuna intenzione di mettere la Roma in vendita adesso o in futuro. Auguriamo a Francesco buona fortuna per quello che deciderà di fare”, conclude la nota.