Torna Tarantino, presentato Once Upon a Time in Hollywood

    E’ la Los Angeles del 1969, gli Stati Uniti sono attraversati dall’onda di protesta generazionale che vede i giovani protagonisti di una contestazione dura e determinata. Mentre in Vietnam i ragazzi soldato americani continuano a cadere sotto le mitragliatrici, anche l’industria cinematografica ne subisce i contraccolpi economico-culturali: il mondo sta cambiando totalmente. Ne sa qualcosa un volto famoso della tv, Rick Dalton (interpretato da Leonardo DiCaprio) il quale, insieme all’amico, e controfigura personale Cliff Booth (Brad Pitt), si aggirano tra gli Studios di una Hollywood come smarrita. 
    I due capiscono che serve tempo, creare le giuste opportunità per addentrarsi in un ambiente, come appunto quello hollywoodiano, improvvisamente ripiegatosi su se stesso, ed affittano una villa a Cielo Drive, un’elegante e verde viale privato dove, a poche decine di metri di distanza hanno deciso di abitare anche il famoso regista (reduce dai fasti di ‘Rosemary’s baby’), e Sharon Tate (Margot Robbie) la sua nuova compagna.
    Parte da qui ‘Once Upon a Time in Hollywood’, il nuovo film del regista Quentin Tarantino, che lo ha presentato stamane al Festival di Cannes: ’L’idea del film nasce per il costante interesse intorno alla Manson Family e a quegli efferati omicidi – ha dichiarato Tarantino, che proprio qui, 25 anni fa, presentò ‘Pulp Fiction’, che gli fruttò la Palma d’Oro – Credo sia l’impossibilità di capire realmente perché quei ragazzi e quelle ragazze abbiano deciso di assoggettarsi così a quella figura a causare questo fascino’’.
    L’eclettico regista americano, ‘malato’ per la cinematografia italiana, si è poi fortemente raccomandato con i giornalisti affinché evitino di anticipare troppo su questa sua nuova pellicola, così da non privare lo spettatore della giusta atmosfera da lui inseguita.   
    Una pellicola dura, si dice, per l’efferatezza di alcune scene rispetto alle quali, ha tenuto a precisare Brad Pitt, ’’Non vanno intese come espressione di rabbia contro le persone, ma contro la perdita d’innocenza che quegli omicidi efferati hanno rappresentato. E in fondo è questo il tema centrale del film, la perdita dell’innocenza che da quel momento in poi ha caratterizzato un po’ tutto quanto’’.
    Dello stesso avviso è Margot Robbie, chiamata a rivestire la vittima designata di ‘un gioco andato troppo oltre’: ’’ho fatto alcune ricerche ma alla fine ho capito che quello che voleva Quentin era che io comprendessi quale fosse il significato di quel personaggio – per l’appunto Sharon Tate,ndr – all’interno della storia e ho capito che doveva rappresentare un raggio di luce’’
    ’Once Upon a Time in Hollywood’ segna anche il rinnovato rapporto di Tarantino con Di Caprio, ’’Questo film è una lettera d’amore a tutti gli outsider dell’industria’’, afferma Leo. 
    Insomma una grande attesa per l’arrivo nei nostri cinema di questo film che, sicuramente così come accaduto per le altre opere del regista, siamo certi che non deluderà.
    Max