A Torino 18 poliziotti hanno preso 7 tunisini dal Cpr di corso Brunelleschi e verso le 19 hanno iniziato il loro viaggio: destinazione, aeroporto di Fiumicino. Dopo 10 ore di viaggio, soprattutto di notte, arriviamo allaeroporto romano dove è previsto larrivo di altri tunisini, scortati da altri poliziotti che sono in tutto cento, partiti con autobus da altre città dItalia.
Ma verso le 9 di mattina si scopre che il volo charter con scalo a Palermo e diretto in Tunisia, dedicato al trasferimento di immigrati, ha un guasto al motore e non può andarsene. In attesa – cinque ore – per capire cosa fare, alle 13 arriva la battuta: i sette tunisini torinesi vengono avvisati dellordine del commissario di lasciare lItalia entro una settimana. “E presumibilmente la stessa disposizione è arrivata a tutti gli altri”, afferma Eugenio Bravo, segretario generale di Siulp Torino, che ha denunciato lincidente.
Quindi la libertà è improvvisamente arrivata per il gruppo tunisino. Sono stati immediatamente rilasciati, con lobbligo formale di lasciare da soli il paese in cui vivono come irregolari. Se fossero fermati di nuovo, rischierebbero lespulsione, ma chissà quando e chissà se. I tunisini andarono alla stazione per salire sul primo treno che li riportò a Torino. E anche i poliziotti, dopo un turno di 20 ore, sono tornati a casa “, ma senza il pagamento degli straordinari”, sostiene Siulp.
“Non è la fine del mondo – aggiunge il sindacato della polizia – sfortunatamente limprevisto non può essere incolpato su nessuno eppure con il grande impegno della politica che fa limpossibile controllare limmigrazione clandestina, e salta a firmare accordi bilaterali con i paesi riluttante al rimpatrio, assistere a tale debacle di espulsione lascia un retroscena scoraggiante di improvvisazione e imbarazzante situazione grottesca. È noto che nessuno straniero si adeguerà allordine del commissario: rilascialo, per quanto legittimo, fa lo sforzo di meno e il impegno dei poliziotti e rende vani i costi sostenuti dallo Stato “.