La Digos di Torino ha disposto l’arresto per i capi ultrà della curva juventina. Il blitz è scattato all’alba con l’operazione denominata Last Banner, che è il risultato di un’indagine che parte da lontano.
Ad essere colpiti circa 12 capi ultras appartenenti ai noti gruppi del tifo organizzato dei Drughi, Tradizione, Viking e Nucleo 1985, tutti accusati di aver attivato una sorta di controllo militare della curva della Juventus.
Aggiornamento ore 7.00
Juventus, arrestati capi ultras. In manette capi dei Drughi, Tradizione, Viking, Nucleo 1985
L’accusa della pm Chiara Maina e del procuratore aggiunto Patrizia Caputo ai capi ultras della Juventus è di aver messo in piedi una vera associazione a delinquere, dedita al bagarinaggio, previo ottenimento di biglietti in modo agevolato per assistere alle partite della Juventus, ottenuti mediante il ricatto ad esponenti della società di calcio.
Fra le persone arrestate oggi anche il capo dei Drughi, Dino Mocciola, che è stato già in prigione negli anni ’90 per l’omicidio di un carabiniere durante una rapina. Mocciola è accusato di essere responsabile delle infiltrazioni della ‘ndrangheta in curva, insieme al suo braccio destro Salvatore Cava e al capo dei Tradizione Umberto Toia.
Aggiornamento ore 8.00
Oltre a Mocciola, Cava, Toia e un altro capo ultras molto noto come Beppe Franzo, sono altre 8 le persone arrestate a vario titolo dalla Digos di Torino. Sono inoltre in corso altre 39 perquisizioni in giro per l’Italia, coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
Le indagini nascono un anno fa in via ufficiale, dopo che la Juventus denunciò il ricatto perpetrato dai capi ultras ai danni di esponenti societari. In quel frangente, la società aveva iniziato a negare alcuni privilegi concessi in passato al tifo organizzato, scatenando la rappresaglia dei capi ultras.
Aggiornamento ore 10.00