Una vicenda assurda e deplorevole quella accaduta a Torino dove, rientrando dalla convalescenza seguita al trapianto di fegato subito, un operaio metalmeccanico ha scoperto di esser stato licenziato in quanto ritenuto dallazienda impossibilitato a svolgere la mansione precedente all’operazione. La storia ha subito acceso la protesta dei suoi colleghi che, con lappoggio dei sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno concordato uno sciopero di solidarietà, due ore per turno. ’’Si è trattato di uno sciopero di solidarietà ma anche di un segnale che i lavoratori hanno voluto dare ha spiegato il sindacalista della Fiom, Edi Lazzi – sostenere che in un’azienda che occupa circa 700 addetti non ci sia una mansione adatta al lavoratore rientrato dopo la convalescenza ci sembra un po’ pretestuoso. Ci auguriamo che l’azienda riveda la decisione e che prevalga il buon senso, in caso contrario il licenziamento verrà impugnato’’. Dal canto suo Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, appresa la vicenda ha affermato che ’’Il licenziamento del lavoratore torinese, al suo ritorno in fabbrica dopo un trapianto di fegato, è indegno. Si tratta ha spiegato Damiano – di un gesto riprovevole, che non ha alcuna possibile spiegazione, se non quella di un tipo di gestione aziendale irresponsabile. Nel licenziare il lavoratore, al quale va tutta la mia vicinanza e la mia solidarietà, l’azienda ha dimostrato di non tener conto dei più elementari diritti dei lavoratori. Ci auguriamo che ritorni sui suoi passi e si sforzi di trovare una soluzione adeguata alle attuali condizioni fisiche del lavoratore, dal momento che quello dellazienda è in questo caso un comportamento discriminatorio. Bene, dunque, hanno fatto le organizzazioni a indire uno sciopero di due ore su tutti i turni ha aggiunto il presidente della Commissione Lavoro della Camera – Oltre che un gesto utile a spingere lazienda a rivedere la sua decisione, i lavoratori hanno compensato con la loro solidarietà la vergognosa mancanza di umanità di cui si è macchiata l’azienda’’.
M.