“Anche il farmacista può avere un ruolo fondamentale nella diagnosi precoce delle malattie reumatiche, perché quando il paziente va in farmacia spinto dal dolore cronico, prendendo per dei mesi farmaci come antinfiammatori o antidolorifici, è il caso di intervenire e suggerirgli uno specialista”. Così Silvia Tonolo, presidente di Anmar (Associazione nazionale malati reumatici), è intervenuta durante l’incontro online ‘Il dolore invisibile’ dedicato ai bisogni dei pazienti con spondilite anchilosante e artrite psoriasica, e ai frequenti ritardi nella diagnosi di queste malattie, organizzato da Anmar con il supporto di AbbVie.
“In questo modo – ha sottolineato Tonolo – il paziente si tiene questo dolore che lo porta a un certo grado di invalidità, che si ripercuote sul corpo e sulla psiche e prima di arrivare alla diagnosi passano da 8 a 12 anni: continuare a prendere farmaci, che forse non sono nemmeno quelli giusti, serve a tamponare il dolore, ma ritarda la vera soluzione”.
“Il farmacista – ha concluso la presidente di Anmar – ha il dovere di suggerire al paziente una visita dal medico di medicina generale, il quale poi, allineando determinati sintomi (dito gonfio, dolori alle articolazioni inferiori o macchie riconducibili alla psoriasi), gli consiglierebbe lo specialista adatto”.