Aiuti per il pagamento di prestiti da parte di famiglie e imprese, attraverso agevolazioni fiscali. Sono queste le misure che Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, promette di inserire nel “decreto” di Genova, città martoriata dal crollo del Ponte Morandi, e che arriverà in Consiglio dei ministri il prossimo venerdì.
Ne parla Toninelli durante laudizione alla commissione ambiente della Camera, sulle linee programmatiche del suo dicastero. Ha specificato che questo è un decreto “molto importante” che conterrà “aiuti alle famiglie in termini di mutui e aiuto alle società con agevolazioni fiscali”. Nel decreto non ci sarà solo la parte su Genova, ma anche interventi sulla manutenzione e una parte relativa ai sensori, ha spiegato il ministro. Che ha dato il via a un incarico diretto di lavoro per il nuovo viadotto a Fincantieri. Riaffermando quindi che Autostrade per lItalia, una controllata di Atlantia della famiglia Benetton, non svolgerà un ruolo nella ricostruzione del ponte sulla A10.
“Lobiettivo è quello di riavviare una delle città più importanti del nostro Paese”, ha affermato Toninelli. “La ricostruzione del ponte sarà il primo obiettivo: partiremo dalle attuali norme del Codice e, sulla base della natura eccezionale che possiamo affidare direttamente ad una società pubblica, pensiamo a Fincantieri, il contratto per la ricostruzione di il ponte”. Lidea di deroga al codice degli appalti, ha spiegato, è stata anche sottoposta alla proiezione di Bruxelles per lassegnazione immediata del giacimento al cantiere.
“Il crollo del Ponte Morandi non è dovuto alla tragica casualità, ma alla mancanza di manutenzione dovuta ad Autostrade per lItalia”, per poi tornare allattacco. Non ha menzionato lipotesi di includere nel decreto una legge per la revoca immediata della concessione, unipotesi che era stata avanzata nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture nelle riunioni tecniche. Lipotesi – ritenuta difficile da attuare da Palazzo Chigi – era quella di sopprimere la supervisione delle autostrade del Ministero, trasferendo le responsabilità allautorità di controllo dei trasporti.
Sul meccanismo generale delle concessioni autostradali, tuttavia, Toninelli è stato più esplicito e ha spiegato che intende “dare un chiaro segnale di cambiamento: dora in poi tutti i concessionari saranno destinati a reinvestire la maggior parte dei profitti nella modernizzazione delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione, dovrà rispettare più rigorosamente i propri obblighi di manutenzione e, più in generale, dovrà capire che linfrastruttura non è un ritorno finanziario, ma un bene pubblico che il paese “. Per quanto riguarda i problemi di estrusione, “nei prossimi giorni convocherò tutti i concessionari che chiedono un programma dettagliato di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, con una quantificazione specifica delle risorse destinate ad attuare un programma di riqualificazione dellinfrastruttura”.
Guardando oltre le altre partite di competenza, Toninelli ha ribadito che “Fs e Anas non saranno più insieme. Stiamo studiando se procedere con una divisione che può essere fatta internamente alla holding F o per decreto”, ha detto. “Anas ha un obiettivo aziendale che non è compatibile con Fs”, ha detto: “Vogliamo rilanciare Anas, dove abbiamo riscontrato un sacco di problemi critici”.