Toccateci tutto ma non la fantasia – di Martina Ferma

Nell’ultimo periodo l’oggetto di discussione di giornali, telegiornali, social network e ogni altro mezzo di comunicazione, è la lotta che sembra ferire a morte la libertà di espressione. Non lontano da questa realtà è la richiesta fatta da Codacons e un gruppo di oncologi, ripresa poi dal Ministro della salute Lorenzin, per cui nei film italiani dovrebbe essere limitato o tolto l’uso delle sigarette. Richiesta che ha suscitato stupore da parte di molti registi italiani, tra i quali, per fare alcuni nomi, Sorrentino, Muccino e Paolo Virzì, e che li ha spinti a fare un appello, dove sostengono che sia quasi ridicolo che si prenda un provvedimento simile per delle storie immaginarie di personaggi inesistenti. Non che le azioni fatte al fine di limitare l’uso di sigarette soprattutto in luoghi pubblici non siano legittime, ma per quale motivo coinvolgere l’arte? In molti sostengono che a influenzare gli atteggiamenti delle persone, bambini in particolare, siano anche le scene forti e prive di moralità che fanno vedere in televisione (tanto quanto i videogiochi, specie quelli basati sul tema della violenza), ma, sottolineano i registi, “l’espressione artistica non ha la missione di educare”.
L’appello fatto dagli autori non vuole essere un elenco di tutto ciò che il mondo letterario e cinematografico ha fatto o non ha fatto per influenzare la vita delle persone o di quelle cose che potrebbero apparire disdicevoli agli occhi dello spettatore, cose ben peggiori del fumo. Ma è solo un richiamo a quella che, secondo loro, sembrerebbe “un’invasione di campo”, perchè far diventare legge l’idea di intervenire nelle vicende dei personaggi di un’opera, letteraria o cinematografica, significherebbe andare a toccare la libertà di chi scrive la storia. Una creazione artistica ha il compito di “raccontare la gioia, il dolore, la grandezza, la pochezza ed il mistero di cui siamo fatti” con qualsiasi mezzo a disposizione, perchè è qualcosa di immaginario e ha la possibilità di essere qualunque cosa.
I registi italiani chiedono solo di lasciar fare loro il lavoro per cui hanno ricevuto sempre tanti meriti e riconoscimenti, perchè desiderano creare la bellezza dando voce alla loro fantasia, anche tramite una nuvola di fumo.