Mentre manca poco alla fatidica giornata del 18 maggio, in cui la maggior parte delle attività riapriranno, si torna a parlare di test sierologici. Sono diverse le categorie di lavoratori che si sottoporranno al test sierologico per il coronavirus prima di riprendere il proprio lavoro.
Vediamo allora che cos’è il test sierologico, come funziona e come riesce a rilevare se un soggetto è positivo al Covid 19.
Il test sierologico è in grado di misurrare il livello di anticorpi anti-SARS-CoV-2 che il nostro corpo chiama a raccolta se c’è un contagio con il Covid-19.
Gli anticorpi che il nostro organismo produce sono di tre tipi, ovvero le immunoglobuline IgA, IgM e IgG. Questi valori danno diverse informazioni sull’infezione, in particolare se siamo stati a contatto con il virus e quando.
I due tipi di test sierologici disponibili sono:
– quello rapido o qualitativo, che si basa sul prelievo di una goccia di sangue
– quello semi quantitativo, che si basa su un prelievo venoso.
Come anticipato in precedenza, il test sierologico diventerà molto utile in particolare per il ritorno a lavoro di molti professionisti, in particolare coloro che sono entrati a contatto con il virus, oltre a determinare se si raggiunge l’immunità di gregge.
Va specificato che se si risulta negativi al test sierologico, non si ha la certezza assoluta di non avere il Covid-19. In alcuni casi, il test può essere fatto durante il periodo di incubazione del virus, in cui gli anticorpi non sono ancora attivi.
Il test sierologico quindi si differenzia dal test molecolare, che è l’esame più sicuro per diagnosticare un contagio da coronavirus. Si tratta dell’esame effettuato con il tampone naso-faringeo, sul quale si effettua un’analisi molecolare per rinvenire i geni del virus Covid-19.
Il test molecolare viene effettuato solo in seguito all’esito positivo di un test sierologico, oppure in presenza di stato clinico grave e sintomi chiari nel paziente.