Ieri Rotondi e Cesa hanno annunciato di comune accordo di voler dar vita ad una nuova figura politica di centro, per intenderci, sul modello di quella Dc, ancora oggi è parte integrante del Dna politico di gran arte degli italiani.
In realtà nel pur largo spazio che divide destra e sinistra, già dalle precedenti elezioni troviamo il cosiddetto Terzo Polo, nato dall’unione di Italia viva di Renzi, ed Azione, di Calenda. A tal proposito, proprio oggi Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Iv alla Camera, annunciando l’incontro previsto per stasera con i due leader Calenda e Renzi, ha lasciato intendere che si è in prossimità del lancio del percorso verso il partito unico: “L’accelerazione che Calenda ha impresso al percorso mi pare trovi riscontri importanti. Nel senso che la federazione tra Azione e Iv non è uno strumento insufficiente per dare vita a una comunità politica unica. Se stasera ci saranno volontà e condizioni, il processo può partire già a marzo“.
Avvicinato dalla cronista Mara Montanari, dell’agenzia di stampa AdnKronos, Richetti ha così spiegato ad anticipato i passaggi che dividono il Terzo polo dal Partito unico: “I partiti si fondano su alcuni capisaldi. Il primo è il manifesto, la carta dei valori che per noi non possono che venire dalla tradizione popolare, liberale e riformista del nostro Paese. E poi un documento condiviso sulle regole che portano alla costruzione di una governance. Quindi un congresso che sarà un congresso costituente“.
Viene così spontaneo domandare al capogruppo di Azione-Iv alla Camera, se c’è già un’idea di massima rispetto alla data del primo congresso: “Se il risultato è portare la nuova formazione politica alle europee del 2024, tutto si deve concludere tra settembre e ottobre per iniziare una campagna elettorale che per noi sarà di fondamentale importanza“.
Sebbene sia ancora tutto in divenire, incuriosisce però sapere se il congresso costituente riguarderà solo Azione e Iv, o è possibile il coinvolgimento anche di altre formazioni? “Questo processo non parte solo da Azione e Iv – replica Richetti alla Montanari – Noi abbiamo già lanciato un appello a Più Europa con cui abbiamo già fatto un percorso che si è interrotto alle politiche. Ma ci rivolgiamo anche alla nuova Piattaforma Popolare che si è riunita a Roma sabato scorso. E poi anche tutto il mondo liberal, le diverse sigle che con Alessandro De Nicola della Fondazione Einaudi si sono recentemente riunire a Milano. Tutte esperienze culturalmente e politicamente di grande affinità. Se a questo punti i soggetti sono una pluralità può nasce una proposta politica che oggi ha ancora più valore dopo l’elezione di Elly Schlei a segretaria del Pd“.
Riguardo al fatto se tale operazione potrebbe attirare anche elettori dal Pd, Richetti si mostra poco possibilista: “Non credo che ci saranno fuoriuscite di ceto politico ma di tanti elettori sì. Elettori che guarderanno in altre direzioni e che non si sentono rappresentanti dalla polarizzazione a destra con Meloni e a sinistra con Schlein. Se Schlein porterà avanti un ambientalismo ideologico, una concezione del lavoro che si ferma alla difesa del reddito di cittadinanza, per noi si apre un grande spazio“.
Riguardo proprio la Schlein, elemento eventualmente certo non da poco – domanda la cronista dell’AdnKrnos – potrebbe cambiare la linea del Pd sull’Ucraina? “Quello sarà un banco di prova fondamentale per tutto il Pd – ribatte Richetti – Non so cosa farà Schlein, mi limito a evidenziale che sono passare ben 48 ore da quando è stata eletta e ancora Scheln non ha detto una parola sul tema, non ha preso una posizione netta e chiara che fughi ogni dubbio“.
Max